Dai Libri alla Pratica con Advocacy & Litigation

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Bocconi Students Advocacy & Litigation nasce nel 2012 dall’idea di Vincenzo Donadio ed altri sette studenti. Punto di partenza fu la percezione dell’esistenza di un gap tra la teoria legale insegnata ed appresa (“law in the books“) e la sua implementazione nella quotidianità giuridica (“law in action“).

Oggi “Advocacy & Litigation” è un polo di riferimento per gli studenti di giurisprudenza ed ha all’attivo numerose iniziative, tra cui simulazioni processuali, workshop in collaborazione con i maggiori studi legali milanesi, conferenze e momenti di confronto con professionisti del settore.

Primo sostenitore, all’interno della faculty, è stato il Prof. Cesare Cavallini, Ordinario di Diritto Processuale Civile e di Diritto Fallimentare. Il ruolo attuale del Professore è quello di guida morale dell’Associazione, in qualità di membro del Comitato Etico. Per questa ragione, abbiamo ritenuto che nessun altro meglio di lui avrebbe potuto introdurre e presentare il nostro gruppo.

Sin dal principio, ha fortemente e con passione sostenuto l’Associazione ed i suoi progetti. Quale ritiene essere la mission primaria di Advocacy & Litigation?

Fondamentale ritengo essere l’opportunità, rivolta agli studenti in maniera gratuita, di apprendere le materie giuridiche attinenti alla giustizia attraverso un’esperienza anche pratica. Se, da un lato, come è stato sottolineato da una prolusione rettorale già di alcuni anni fa, “in tempi di crisi, non vi è legge economica in grado di sopperire alla mancanza di efficienza e di effettività della tutela giurisdizionale dei diritti patrimoniali“, dall’altro, l’aspirazione all’efficienza e all’effettività  si debbono misurare anche in concreto, nella conoscenza della prassi applicativa. In questo senso,  Advocacy & Litigation intende sensibilizzare il percorso formativo degli studenti in tutti i settori della giustizia, regalandone una dimensione maggiormente concreta e «vissuta».

A proposito della “esperienza pratica” del diritto, nota è la differente impostazione tra il nostro sistema d’insegnamento universitario, essenzialmente incentrato sul lato teorico, e quello anglosassone, famoso, invece, per l’approccio pragmatico e casistico. A suo avviso, quale modello forma in miglior modo il giurista di domani?

La risposta è più complessa di quanto possa apparire. I due sistemi giuridici – almeno nel settore delle tutele giurisdizionali civili – sono distanti da giustificare un metodo d’insegnamento sostanzialmente diverso: il sistema italiano (ma essenzialmente quello europeo di civil law), infatti, si basa su codici scritti, vale a dire su di un complesso e storicamente determinato impianto sistematico di fondo. Affrontare, anche praticamente, tale sistema richiede pertanto nel buon giurista di domani un’ottima preparazione teorica. “Non c’è peggior pratico di un cattivo teorico dico spesso con una battuta. Nondimeno, ed in questo avvicinandosi alla didattica di stampo più anglossassone (vale a dire di un sistema basato anche sulla rilevanza del principio dello “stare decisis” come fonte del diritto), ritengo che debba essere sviluppata altresì una non indifferente capacità – già a livello formativo universitario – di problem solving. Questa abilità può essere approfondita, oltre che in aula, anche attraverso esperienze pratiche durante gli anni dell’università. Advocacy & Litigation mira principalmente a tale obiettivo.

Per l’appunto, tra i progetti maggiormente a cuore alla Associazione, vi sono senz’altro le simulazioni processuali MOOT, nonché testimonianze dirette e confronti con affermati professionisti del campo. Qual è il suo pensiero a riguardo?

Il primo progetto che ho appoggiato è stato proprio il MOOT, in ragione di una reale esigenza diffusa tra gli studenti di poter sperimentare le nozioni di diritto acquisite in aula, cimentandosi nella stesura di atti processuali e nella discussione orale in contraddittorio.

Sono convinto, però, che altri progetti su tale scia possano essere efficacemente sviluppati dall’Associazione. Advocacy & Litigation porta un nome, una «ditta», che si avvicina naturalmente alle materie che insegno, ma che può benissimo comprendere altri settori affini.

Senza dubbio, poi, le numerose iniziative di testimonianza e confronto permettono di sviluppare una visione complessiva della realtà professionale e del mercato del lavoro, di fondamentale importanza per il percorso di maturazione completa degli studenti.

Per concludere, in qualità di mentore dell’Associazione, per quali ragioni consiglierebbe ai suoi alunni di abbracciare occasioni simili?

Perché apprendere e consolidare relazioni personali, anche in un contesto competitivo, sono “ingredienti” non fungibili delle loro future gratificazioni, personali e professionali.

                                                     A cura di Maria Chiara Albergati e Matteo Sortino