I suoi servizi così specifici e ricchi di dettagli sono entrati nelle case degli italiani annunciando verità e abbracciando il cliché fondamentale della buona e scrupolosa informazione. Nell’epoca in cui la memoria di un evento viene modificata e scandita da fonti contaminate e sorgenti di opinioni distorte, la nostra giornalista, dall’isola sarda al Tg1, ha sempre lottato per i principi deontologici della sua professione, anche quando non era facile avere un contratto regolare o una radio nazionale proferiva ostilità a discapito della sua personalità forte ed eclettica sin dagli esordi. Infatti, Annapaola Ricci, punta di diamante del nostro telegiornale nazionale non è mai scesa a compromessi, ha posto davanti a tutto i suoi diritti ed è arrivata dove nessuno, se non chi ha sempre creduto in lei, avrebbe scommesso.
Con la massima “solo chi striscia non inciampa” rivela la categoria variegata di colleghi con cui ha dovuto fare i conti ma, nonostante qualche “yes man e professorino”, ha trovato la sua perfetta dimensione prima nella redazione della Cronaca Bianca ed oggi degli Esteri, anche quando il rimettersi in gioco e le difficoltà sono una costante da combattere e con cui guardarsi allo specchio. Con un tono preciso, pungente e a tratti ironico ci ricorda che nella vita non si ottiene nulla di concreto senza sacrifici, lacrime e sudore. Soprattutto se l’ambizione è grande tanto quanto il talento. Eppure tra due affitti da pagare, treni, coincidenze da ricordare, colloqui e uffici stampa minori, la salita è stata ripida ma provvidenziale. Alla faccia di qualche falso amico, di un caporedattore frustrato e dei difficili ma salutari momenti di sconforto. Diceva H. Thoreau che “c’è solo un tipo di successo: fare della propria vita ciò che si desidera”, e la protagonista della nostra intervista ne è un esempio lampante.
Ciao Annapaola, rivelaci il tuo percorso di carriera, le insidie, le salite che hai dovuto affrontare per arrivare al Tg1.
Il mio percorso è iniziato in Sardegna, come collaboratrice per un quotidiano regionale.. Sono stati sei anni molto importanti per me. Dopo la laurea, mi sono trasferita a Roma per quello che credevo sarebbe stato un periodo sabbatico. Invece, eccomi qui. Da diciott’anni.