Decreto salva-banche o salva-dipendenti? Enrico Zanetti, viceministro dell’economia, ci spiega come funziona

Enrico Zanetti

Cos’è il “decreto salva-banche”? Possiamo considerarlo come una soluzione interessata e approssimata o come un’astuta operazione di par condicio?  Non di rado in Italia i provvedimenti portano con sé consensi e dissensi, e anche in questo caso le polemiche non sono mancate. Le due correnti di pensiero si sono sviluppate sulle seguenti lunghezze d’onda:

1. Coloro che sono pronti a battere le mani al governo Renzi perché se le sorti di Banca Etruria, Banca delle Marche, Carichieti e Cariferrara sembrano essere salve – nonostante da tempo sull’orlo di una bancarotta e con bilanci pieni di sofferenze – è solo merito del decreto erogato nel dicembre 2015;

2. Coloro che guardano scetticamente questa normativa come un grave rischio per i cittadini e per gli stessi correntisti che si ritroveranno danneggiati causa utilizzo di soldi pubblici.

Ebbene, la palla passa e rimbalza da una parte all’altra del campo con continue obiezioni e stabilità a rischio. Uno dei luoghi in cui è stato possibile “gustare” una grande diatriba tra i politici nostrani è quello de La Gabbia – dei leoni, aggiungerei – nella nota trasmissione di Gianluigi Paragone in onda su La7 e luogo di scenari contrastanti. Utilizzando un’improbabile analessi ci collochiamo in un’umida e fredda serata pre-natalizia ove negli studi di via Feltre oltre ad Adinolfi e alla Meloni in collegamento, tanti ospiti pronti ad affrontare in modo critico e attento i temi proposti: banche e tasse. Nonostante un clima abbastanza teso e le parole di Fusaro che ancora risuonano nell’aria: “il sistema capitalistico usuraio come autoreferenziale”, assieme al presidente dell’associazione culturale Hub Giovani, Luca Calia, in un rapido break pubblicitario abbiamo fatto quattro chiacchiere con il neo viceministro dell’Economia e segretario di Scelta Civica, il veneto Enrico Zanetti.

Come funziona il decreto salva-banche? E’ vero che i correntisti e gli obbligazionisti vengono danneggiati da questa normativa o in realtà le modifiche sono state attuate in modo da tutelare anche questi ultimi?

“Inviterei a chiamare il seguente decreto con un altro nome: “salva-correntisti” o “salva dipendenti”, cioè tutti i soggetti senza il quale si sarebbero ritrovati coinvolti nel fallimento della banca. L’operazione è molto chiara; si va a caricare il costo del salvataggio della banca – intesa come comunità di questi soggetti e non come entità astratta – importando il costo sugli azionisti che sono i proprietari della banca, sugli obbligazionisti subordinati e tutta la restante parte del salvataggio è a carico del sistema bancario che in questo caso ha concorso per 6,3 miliardi e in futuro concorrerà andando ad alimentare costantemente un fondo che già dal prossimo anno sarà di 2,5 miliardi, non utilizzando un soldo pubblico. I correntisti sopra ai centomila euro sono stati già protetti mentre con il “bail-in” solo fino alla cifra di centomila euro”.