Da quando Twitter ha fatto il suo debutto in società, i 140 caratteri sono un dogma che tutti gli utenti sono chiamati a rispettare. Tuttavia, raccontare cosa si nasconde nel dietro le quinte dell’ufficio di Manhattan del social cinguettante richiede qualche battuta in più.
Partiamo con qualche numero: dei 3860 dipendenti, oltre 400 sono ubicati nella Grande Mela dal 2015. Infatti, dopo il quartier generale di San Francisco, questo è il secondo ufficio in ordine di grandezza.
Proseguiamo con l’arredamento. Indubbiamente Google non ha niente da temere con i suoi uffici super tecnologici e che rispettano qualsiasi esigenza del dipendente – dallo svago all’asilo -, ma anche Twitter pare abbia pensato proprio a tutto.
L’accoglienza inizia nella sala d’aspetto, dove il tempo viene facilmente ingannato con un coffee bar e un grande touchscreen per consultare la bacheca di Twitter e aggiornare il proprio profilo.
Al piano di sotto, si apre una sala per le riunioni del personale. Abbandonate gli stereotipi di una grande sala fredda con un grande tavolo e tante sedie da ufficio intorno. Twitter favorisce il brainstorming con un ambiente in stile Art-Déco, con un bar riservato ai dipendenti e degli spazi per una pausa tra un meeting e l’altro. Qui, oltre a pagare un prezzo di 2,50 dollari per qualsiasi bevanda, il personale può letteralmente disegnare sul proprio caffè qualsiasi cosa, dalle emoji alla faccia del CEO Jack Dorsey, grazie alla macchina Ripple Maker.
Lo spazio, infine, è perfetto per ricaricare un po’ le energie, e non solo con un’iniezione di caffeina. Svariati vinili e un mega schermo per la scelta della musica da Spotify permettono di ascoltare qualsiasi genere di canzone, un distributore di birra allenta le tensioni e una stanza per le telefonate private permette di tenere i contatti con la realtà fuori dal lavoro.
Eppure manca qualcosa. La ciliegina sulla torta arriva dai dipendenti stessi. È noto, infatti, come un ambiente piacevole e poco pressante induca il personale a sentirsi speciale e felice, al punto da voler dare il proprio contributo al benessere sul posto di lavoro. Così, è nata un’open library, dove si pratica il bookcrossing e si trovano tante grandi ispirazioni.