Dolcificanti Artificiali: Pericolosi Per La Salute?

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Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un significativo aumento di prodotti alimentari arricchiti con dolcificanti artificiali. Mentre in passato era raro trovare bevande “zero calorie” tra gli scaffali dei supermercati, adesso tutte le principali imprese del settore del beverage offrono nella propria gamma di prodotti almeno un drink che presenta l’aggiunta di edulcoranti artificiali. Questa massiccia diffusione ha sollevato dubbi e interrogativi circa i possibili rischi per la salute connessi all’assunzione di tali sostanze chimiche.

Prima di affrontare questo tema è opportuno sottolineare che esistono diversi tipi di dolcificanti artificiali, ciascuno con determinate proprietà e qualità. Tra i più utilizzati troviamo l’aspartame, il sucralosio e l’acesulfame di potassio. Tutti i dolcificanti artificiali hanno la caratteristica comune di possedere un potere dolcificante di gran lunga superiore rispetto allo zucchero da cucina (dalle 200 alle 600 volte). Di conseguenza utilizzandoli è possibile ottenere il medesimo grado di dolcezza con una quantità di dolcificante enormemente inferiore, riducendo così in maniera drastica l’apporto calorico della bevanda.

dolcificantiPurtroppo non è tutto oro quel che luccica. Con il passare del tempo si è acceso un dibattito all’interno della comunità scientifica riguardo i possibili pericoli per la salute dovuti ad una eccessiva assunzione di questi composti chimici. A tal fine sono stati condotti diversi studi su ciascun specifico dolcificante.

Iniziamo con il più popolare, l’aspartame. Dopo l’approvazione da parte della FDA nel 1974, una ricerca del 2005[1] ha messo in cattiva luce questo edulcorante, evidenziando un collegamento con lo sviluppo di tumori nei roditori. Il collegamento era dovuto al metanolo, un costituente dell’aspartame che viene metabolizzato in formaldeide. Ad ogni modo, l’ammontare di metanolo contenuto nell’aspartame è estremamente ridotto ed è comunque trascurabile rispetto alla quantità dello stesso che il nostro corpo produce giornalmente. Esaminando più a profondo tale studio, si può notare che i roditori consumarono un ammontare di aspartame pari a ben 18 lattine di diet soda al giorno! In aggiunta, il nostro corpo metabolizza l’aspartame in maniera diversa rispetto ai roditori, rendendo così discutibili le comparazioni con umani. Altri studi su esseri umani tipicamente non mostrano alcun problema con l’aspartame. Sicuramente non è bene abusarne, ma sembra ragionevole ritenere che una modesta dose non sia dannosa per la salute.

Passiamo ora ad un altro diffuso dolcificante, il sucralosio. Diverse ricerche mostrano come questo dolcificante sia generalmente sicuro. Altre, invece, collegano il sucralosio alla leucemia. Tuttavia, ancora una volta la questione è che quest’ultime non riguardano studi condotti su esseri umani. In ogni caso il buon senso ci porta a concludere che modesti dosaggi di questo edulcorante non rappresentino un pericolo per la salute.

Da ultimo, esaminiamo l’acesulfame di potassio, anche noto come acesulfame-K. Si trova spesso in combinazione con altri edulcoranti al fine di aumentare il grado di dolcezza complessivo. A differenza degli altri dolcificanti, l’acesulfame-K non viene in alcun modo metabolizzato dal nostro organismo. Anche in questo caso, le prove contro questo edulcorante derivano da studi condotti su roditori[2], ai quali venivano somministrati dosaggi estremi di acesulfame-K. Le ricerche su esseri umani non mostrano significativi problemi correlati al consumo di questo dolcificante.

Dopo aver analizzato gli eventuali rischi per la salute connessi ai dolcificanti artificiale, vorrei soffermare la vostra attenzione su un ulteriore aspetto da tenere in considerazione, di recente portato alla ribalta da numerosi ricercatori[3], il quale potrebbe influire nel medio e lungo termine su processi di ricomposizione corporea o dimagrimento.

Il nostro corpo ospita, all’interno del proprio apparato digerente, miliardi di batteri simbionti, i quali, se messi tutti assieme, arrivano a pesare anche 2-3kg. Questi batteri trovano rifugio nel nostro organismo e in cambio ci proteggono dall’aggressione di altri batteri patogeni. Ma non solo: ci proteggono anche delle calorie in eccesso. Una volta che i macronutrienti vengono scissi, prima di venir assorbiti ed entrare nel flusso sanguigno, devono superare anche il nostro microbioma intestinale, il quale si nutre, in parte, degli eccessi calorici.

Ogni alimento che introduciamo deve essere attaccato da specifici enzimi per poter essere assimilato. Questo vale per noi ma anche per tutti gli altri esseri viventi, compresi i nostri batteri.

Per rendere chiaro questo concetto, prendiamo ad esempio un dolcificante artificiale presente nelle gomme da masticare, lo xilitolo. Esso non caria i denti perché non può essere attaccato dagli enzimi dei batteri dentali. Questi ultimi, una volta che lo assumono, non potendo metabolizzarlo ne rimangono danneggiati.

Allo stesso modo quando i nostri batteri intestinali vengono a contatto con dolcificanti artificiali non possono nutrirsene, essendo privi degli specifici enzimi. Non potendo metabolizzarli, vi è conseguentemente una ripercussione negativa sul nostro bioma intestinale, il quale perde d’efficacia e funzionalità.

A sostegno di questa tesi, si considerino gli animali che vivono in batterie di allevamento, i quali spesso si ammalano e vengono pertanto sottoposti a uso intensivo di antibiotici. Questi uccidono sia i batteri cattivi che quelli della flora intestinale. Gli allevatori hanno osservato che dopo cure antibiotiche gli animali acquistano peso. Ciò deriva dal fatto che con meno batteri simbionti le calorie sono più disponibili.

Così, tornando ai nostri dolcificanti artificiali, è vero che se li utilizziamo non assumiamo calorie, ma rischiamo di danneggiare i nostri batteri intestinali, diminuendo la nostra barriera.

Che cosa possiamo portare a casa in definitiva da questo articolo? Certamente l’ultimo argomento merita di essere tenuto in considerazione, specie se siamo impegnati in un percorso di dimagrimento o semplicemente attenti alla linea. D’altro canto, non sarà certo una minima quantità giornaliera di dolcificante a causarci problemi di salute. Come in tutte le cose è bene affidarsi al buon senso senza preoccuparsi eccessivamente. Del resto, in medio stat virtus.

 

Francesco Pappalepore

[1] Link https://ntp.niehs.nih.gov/ntp/htdocs/gmm_rpts/gmm1.pdf

[2] Link https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0070257

[3] Link https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4661066/

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