ERDOGAN, SCONFITTA E CONTROVERSIE - Il protagonista, in negativo, è stato senza alcun dubbio l'uomo che ha dominato la scena politica dell'ultimo decennio: Recep Erdogan. Il Capo dello Stato ha ricoperto ininterrottamente la carica di Primo Ministro dal Marzo 2003 all'Agosto 2014, quando è stato proclamato primo Presidente della storia della Repubblica turca eletto direttamente dal popolo (sino ad allora la nomina a Capo dello Stato era il risultato dell'espressione della volontà parlamentare). Proprio in virtù di questi risultati l'AKP, il partito per la Giustizia e lo Sviluppo islamico - conservatore fondato dallo stesso Erdogan e che ha in Ahmet Davutoglu il suo Primo Ministro, si era posto l'obiettivo della conquista della maggioranza dei seggi nella Turkye Buyuk Millet Meclisi (TBMM), l'Assemblea Nazionale unicamerale della Turchia. Obiettivo dichiarato di Erdogan era quello di formare un governo monocolore e, ottenendo almeno due terzi dei seggi alla TBMM, poter così varare una riforma costituzionale che avrebbe sancito il passaggio dal parlamentarismo al presidenzialismo. Questo ha contribuito ad alimentare un clima di tensione in larga parte dell'opinione pubblica che vedeva questo come l'ultimo passaggio verso quella che si sarebbe potuta definire una moderna dittatura effettiva di Erdogan. Già in passato il fondatore di AKP è stato oggetto di critiche e accuse per ciò che riguarda l'utilizzo delle piattaforme social – in un comizio a Bursa nel 2014 dichiarò di voler oscurare Twitter – ed in quest'ultima campagna elettorale lui e Davutoglu hanno occupato gran parte dello spazio nella televisione pubblica turca a scapito degli esponenti dei partiti di opposizione.
Recep Erdogan al seggio elettorale in compagnia della moglie, Istanbul (theguardian.com)