2 Dicembre 1823, l’allora presidente americano James Monroe con un messaggio al congresso espone quella che sarebbe passata alla storia come dottrina Monroe, stando alla quale gli Stati Uniti non avrebbero più accettato alcuna interferenza europea sul continente americano, e ogni tentativo europeo di fondare colonie nel Nuovo Mondo sarebbe stato considerato pericoloso per la sicurezza nazionale. Diretta conseguenza delle parole di Monroe fu la trasformazione del mare dei Caraibi in una sorta di giardino di casa, con l’estromissione delle potenze europee dalle isole caraibiche.
2012, Il Partito Comunista Cinese riclassifica il Mar Cinese Meridionale come un “interesse nazionale centrale” al pari di questioni spinose quali Taiwan e Tibet. In poche parole la Cina è pronta ad abbracciare le armi in caso sentisse minacciati i propri interessi nella zona. Da tale data in poi il governo di Pechino ha adottato una politica estera aggressiva, volta ad assicurare il controllo militare di una fetta di tale mare.
L’interesse cinese verso una zona marittima che è solcata da alcune delle rotte marittime più trafficate al mondo, e nei cui fondali sono presenti vasti giacimenti petroliferi, non è, di per sé, una grande notizia. Il Mar Cinese Meridionale è infatti da decenni conteso tra Filippine, Vietnam, Taiwan e la stessa Cina, che nel corso degli anni si sono spartiti le principali isole, atolli e scogliere.