Giallo e caldo, caldo e giallo. Dualismo sintetico di ciò che si può ammirare al Lago d’Iseo in questi giorni, una massa enorme di turisti provenienti da ogni parte d’Europa e del mondo per attraversare la passerella di Christo. Cosa spinge tanta gente a percorrere tre chilometri di pontile galleggiante composto da cubi di polietilene in grado di collegare Sulzano, Monte Isola e l’Isola di San Paolo? Visto che una risposta non riuscivo proprio a darmela ho deciso che, armandomi di molta (e neanche tanto santa) pazienza, fosse il caso di scoprirlo recandomi di persona.
Da lontano la Floating Piers (chiamarlo Pontile Galleggiante non avrebbe avuto lo stesso appeal) ricorda molto un immenso e lunghissimo bananone giallo gonfiabile, quello da vacanza in villaggio coatto, quello che irrimediabilmente e inesorabilmente finiva sempre per ribaltarsi e tu lo sapevi, ma facevi lo stupito perché faceva più figo. Capitolo coda: per salire sulla passerella me la sono dovuta fare proprio tutta, un serpentone di exponiana memoria che ti obbliga a vedere l’agognata meta come tappa obbligatoria verso la salvezza. Terminata l’estenuante attesa, i primi metri di pontile percorsi a piedi nudi hanno qualcosa di spirituale. In effetti la sensazione di fluttuare sull’acqua è reale e il contesto in cui sei immerso non ti lascia indifferente. A riportarti alla realtà ci pensano le migliaia di persone attorno e la delicata voce dell’addetta alla sicurezza che con modi gentili e garbati ti comunica con un megafono l’impossibilità di avvicinarti ai bordi della passerella.
Camminando sulle acque, urtando sconosciuti e unendomi alla massa somigliante agli zombie di The Walking Dead per i modi di deambulare su questa opera d’arte, mi rendevo conto di poter far parte di un qualcosa di unico e poetico. Le magliette in vendita con la scritta “io c’ero” destabilizzavano non poco la visione romantica del complesso, eppure la sensazione mistica di un qualcosa collocato tra arte ed esperienza permaneva, lasciandoti in un limbo tra sogno e realtà, cullato dall’ondeggio della passerella.
Il noto critico d’arte Philippe Daverio ha definito la Floating Piers obsoleta, denunciando l’obiettivo marketing della “furbata artistica”. Partendo dal presupposto nel trovare, parere personale, obsoleto Daverio e non la Floating Piers, anche se il tutto fosse riconducibile a un’operazione meramente materiale ed economica non ci vedrei nulla di male. L’installazione è stata finanziata interamente dal suo creatore, Christo, e il percorso è totalmente gratuito.
Tornando a casa, distrutto e soddisfatto per l’impresa compiuta, ripensavo a quei momenti sul bananone giallo ed effettivamente iniziavano a prendere forma le sembianze della favola accompagna da una colonna sonora imponente alla Carmina Burana, la partecipazione all’esodo era finita, per la felicità di alcuni e la delusione di altri. Tutto questo in attesta del prossimo impacchettamento di Christo.