Per anni, parlando di lavoro, il punto focale è stato ricoperto dai giovani che, privi di esperienza, faticavano a trovare un impiego o venivano sottopagati. In realtà però non è l’unica categoria ad essere stata a lungo penalizzata: ci riferiamo agli “over 40”.
Quando si affronta il discorso del cambiamento relativo ad assunzioni e contratti, ci si dimentica di annoverare tra le conseguenze “dell’estinzione del posto fisso” la difficoltà riscontrata dalle persone di una certa età, che diventano per le aziende un investimento poco vantaggioso, avendo maturato un’esperienza che merita una correlata remunerazione. In un periodo in cui, poi, non mancano di certo i disoccupati, è chiaramente intuibile lo scarso potere contrattuale posseduto dai candidati.
Questa pratica discriminatoria è stata, non di rado, applicata ed ha portato già nel 1967 al varo di una legge statunitense che proibisce la discriminazione sul lavoro nei confronti di chiunque abbia almeno quarant’ anni. Tuttavia è molto complesso dimostrare che la scelta del datore di lavoro verta unicamente sull’elemento anagrafico, a questo inoltre si aggiunge il fatto che le offerte lavorative vengano distribuite su svariati canali, alcuni dei quali non ancora pienamente regolamentati (nello specifico le piattaforme online).