Il 2017 potrebbe rivelarsi un anno interessante per i mercati emergenti dopo che Donald Trump è stato eletto nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.
Come questo evento politico influenzerà la crescita, la politica monetaria, la valuta e l’inflazione di tutti quei paesi che stanno crescendo economicamente? È una domanda che molti investitori e azionisti si stanno chiedendo in questo momento. C’è chi ha già previsto scenari apocalittici e ha spostato i propri capitali dai mercati del Cile o dell’India agli Stati Uniti, in particolare sotto forma di stock.
Anche se tutto è ancora incerto, c’è chi cerca di calcolare possibili e prevedibili prospettive future: l’hanno fatto Cesare Maasry, Jane Wei e Olivia Kim, economisti di Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo che si occupa principalmente di investimenti bancari e azionari, di risparmio gestito e di altri servizi finanziari. Maasry, Wei e Kim hanno calcolato ciò che probabilmente accadrà sul fronte economico, prevedendo crescita, inflazione, politica monetaria e valore della valuta per le principali economie emergenti nel 2017.

In poche parole e in una prospettiva più ampia, Goldman Sachs ritiene che sia la crescita economica che l’inflazione di questi paesi accelereranno.
Per quanto riguarda invece la politica monetaria, gli economisti prevedono che le banche centrali abbasseranno i tassi di interesse mentre il dollaro americano si rafforzerà, al contrario di tutte le altre valute che invece sono emerse l’anno passato.
Maasry, Wei e Kim si aspettano una particolare e grande crescita economica in Cina, oggi non solo il paese con il più grande mercato emergente ma anche il secondo stato economicamente più ricco al mondo, secondo solo agli Stati Uniti. L’unica nota dolente per l’economia cinese sarà il continuo indebolimento dello yuan che scenderà a 7,3 nei confronti del dollaro nel corso dei prossimi 12 mesi. Se il valore monetario dello yuan dovesse scendere ancora, il sistema finanziario cinese potrebbe risentirne.
Non ci resta che aspettare il 2017: solo allora potremmo constatare se le previsioni fatte dagli economisti di Goldman Sachs fossero vere o meno.