Google alla Conquista dell’Asfalto

Se doveste trovarvi per le strade di Austin, Texas, e vi imbatteste in una delle “self-driving car” di Google, “don’t panic!”; questa non è più fantascienza ma realtà. La scelta di Austin, come seconda location per i test di guida di questavettura futuristica,è stata annunciata martedì in un post pubblicato su Google+. In precedenza, i test si erano tenuti in California, tra le strade di Mountain View ed a bordo di una Lexus RX450h e di una Toyota Prius.

La scelta è ricaduta su Austin, dopo che la stessa ha attratto, nei mesi precedenti, una serie di eventi globali come South by Southwest e la presentazione di Google Fiber. Coinvolgere una nuova città ed ampliare il proprio piano di sviluppo è fondamentale per permettere al veicolo di muoversi agilmente su differenti tipologie stradali, testare varie condizioni di guida ed implementare le funzioni stesse di questa macchina-robot. Al riguardo, Google afferma: “E’ importante, per la nostra compagnia, sperimentare e testare questo software in diversi ambienti di guida e differenti tipologie di traffico.Vogliamo quindi essere pronti ai risciò di Austin, ai camion coi rimorchi e ad ogni cosa esistente nel mezzo”.

Le self-driving cars di Google sono disegnate per muoversi in sicurezza sull’asfalto ed hanno sensori in grado di identificare oggetti a grande distanza. Non solo verranno identificati in ogni direzione ciclisti, pedoni e veicoli ma anche borsine di plastica ed animali selvatici. Il software è in grado di processare velocemente ogni informazione riguardante la guida stradale e di aiutare il pilota affinché questo non si stanchi o si distragga al volante. Ad oggi, sono più di un milionele miglia percorse dagli autoveicoli programmati da Google, che includono sia Lexus SUVs, che nuovi prototipi disegnati appositamente per fornire un’esperienza di guida del tutto automatizzata.

Durante i test di prova, è comunque assicurata la presenza di piloti al controllo del veicolo, atti ad entrare in azione nel caso vi fosse un malfunzionamento dell’autovettura. Parlando in termini di sicurezza, i veicoli di Google sono stati coinvolti in circa una decina di incidenti stradali le cui cause sono state comunque ricondotte ad altri veicoli e non al malfunzionamento della vettura automatizzata. Infatti, come riporta Chris Urmson, direttore del self-driving car program di Google, evitare gli incidenti causati da altri o,semplicemente, talune tipologie d’incidenti stradali può rivelarsi pressoché impossibile. Tra le più straordinarie potenzialità di questo software c’è invece proprio la possibilità di ridurre il numero degli incidenti stradali dovuti all’alterazione delle condizioni fisiche del pilota o ad un suo comportamento inadeguato. Una potenzialità straordinaria considerando che sono più di un milione ogni anno le persone che nel mondo muoiono a seguito di un incidente stradale. Alla luce di ciò, pare che l’alba di questo nuovo futuro si farà ancora attendere fino al 2020.