Nel 1971, il fisico ungherese Dennis Gabor vinse il premio Nobel per la fisica. Il suo merito? Aver scoperto la tecnica dell’olografia. Olografia, dal greco “olo” cioè tutto e “grafia” ovvero, scrivere.
Descrivere tutto. Gli ologrammi sono immagini tridimensionali o stereoscopiche che sembrano diverse a seconda della prospettiva dalla quale vengono guardate. Per ottenere un ologramma è necessario che vengano memorizzate le informazioni dell’oggetto relative alla forma, alla dimensione, alla luminosità e al contrasto. La tecnica si basa sull’interferenza ottica, quindi sulla sovrapposizione di duo o più onde in un punto dello spazio.
Per registrare un ologramma, la luce proveniente da un laser viene divisa da uno specchio. I due raggi ottenuti vengono a loro volta indirizzati da altri specchi: uno si rifletterà sull’oggetto creando il fronte d’onda dell’oggetto e l’altro rimbalzerà sulla lastrafotografica, realizzando il fronte d’onda di riferimento. Entrambi i fronti d’onda si incrociano sulla lastra fotografica. La registrazione delle frange di interferenza è, appunto, l’ologramma.