Per chi ama il cinema la notte degli Oscar appena trascorsa sarà ricordata come la notte che incoronò Leonardo Di Caprio, che con la sua interpretazione in The Revenant, si è finalmente portato a casa la tanto agognata statuetta d’ora. Ci ha pensato invece Ennio Morricone a non lasciare a mani vuote l’Italia, sempre sotto rappresentata all’annuale cerimonia dell’Academy. Ma, oltre al patinato RedCarpet e all’intrattenimento del presentatore Chris Rock, a trionfare a Los Angeles è stato sopratutto il giornalismo. É stato il film “Spotlight” a portarsi a casa il riconoscimento come miglior pellicola.
Spotlight, tradotto in Italia come “il caso Spotlight”, ha portato sul grande schermo l’inchiesta giornalistica del giornale “The Boston Globe” che nel 2002 portò alla luce uno dei più grandi scandali della storia moderna della chiesa, smascherando gli abusi perpetrati da un centinaio di preti pedofili su minori della diocesi di Boston. Un film dal forte impatto politico e sociale, una storia, quella del giornale americano, che rivelò le spaventosi colpe di una chiesa cattolica onnisciente ma mai presente, nel proteggere i suoi fedeli. Ma, al di là della trama, e dell’incredibile scandalo, il film ci racconta anche qualcos’altro. Ci racconta dell’inesauribile importanza del Giornalismo d’inchiesta, di quel giornalismo di qualità che tanto manca al nostro Paese, nell’indagare i drammi più profondi di una società malata e piena di zone grigie.
É un film che racconta il coraggio di uomini e donne semplici, il cui amore per la verità e per la sofferenza altrui ha portato ad investigare dove altri avevano fallito. Il regista Thomas McCarthy nel suo discorso sul palco del Kodak Theater, dopo aver ricevuto il premio, ha così commentato il film”: Papa Francesco ora protegga i bambini”. Una frase diretta, che non lascio spazio a dubbie interpretazioni, ricordandoci ancora di più il potere e la forza di un Giornalismo votato alla verità e supportato dal coraggio dei suoi protagonisti.