Ne uter: nessuno dei due. La neutralità è uno strumento della politica estera e della politica di sicurezza di diversi Stati europei. Ciascuno di questi ci è arrivato per ragioni distinte, e l’ha interpretato in maniera più o meno flessibile, adattandola al contesto mutevole e ai propri interessi.
La politica svizzera, dal 1515 ad oggi, si è sviluppata all’insegna del prosaico monito del sapiente contadino San Nicola da Flüe: “Non immischiarti negli affari degli altri”. La neutralità svizzera ha quindi radici più profonde di quella degli altri principali stati neutrali d’Europa, come la Svezia (1815), l’Irlanda (1921), la Finlandia (1948) e l’Austria (1955).
La neutralità non è però sinonimo di mancanza di aggressività o di preparazione alla guerra. Oggi, ad esempio, la neutralità svizzera è caratterizzata da tre elementi: è frutto di una scelta autonoma, è permanente, ed è armata. Questo spiega perché la Svizzera si sia sempre impegnata a mantenere alto il livello delle sue forze armate e perché, per i cittadini svizzeri maschi, il servizio militare rimanga obbligatorio.