La decisione del presidente di Luxottica Leonardo Del Vecchio di affidare la guida del gruppo a due co-amministratori delegati più un capo operativo è stata accolta con diffidenza Oltremanica. Il Financial Times è ricorso addirittura ad un paragone calcistico per criticare la scelta adottata da Del Vecchio. “Nel migliore dei casi – si legge nell’editoriale – il confronto tra i quattro porterà alla fine a qualcosa di positivo”. “Nel peggiore dei casi questa sistemazione si tradurrà in una battaglia rancorosa su chi alla fine salirà al top”.
“A un certo punto Luxottica dovrà creare una struttura più stabile, se non vuole ripetere l’infelice esperienza del Liverpool 1998“, conclude il quotidiano finanziario. Ma anche in Italia permane qualche dubbio sul triumvirato più uno che guiderà l’era post Guerra. Repubblica di ieri rivelava in un’analisi come i grandi fondi internazionali siano stati sorpresi dal motivo “familiare” del cambiamento attuato. “Sono poche le società al mondo che hanno un triumvirato al vertice – scrive Repubblica – e negli ultimi anni chi ce l’aveva, tra cui beni stabili, ha abbandonato il modello cerbero”. Del Vecchio ha scelto “come ridisegnare i vertici dell’azienda, prima di aver stabilito un piano di successione tra la moglie e i sei figli”, sottolinea quindi il quotidiano, ricordando che “le nuove generazioni vanno cresciute per poter ereditare il ruolo di azionista”.