“Son stati giorni che han lasciato il segno e stare al mondo è già di più un impegno”… Per descrivere le ultime due settimane non riesco a trovare parole migliori di quelle cantate da Liga nel disco “Arrivederci, mostro!”. Ed è proprio di questo che voglio scrivere, di come tutto cambi al ritmo di un “happyhour” senza constatare che il cambiamento è una costante, la condizione naturale del nostro stare al mondo.
Tra la fine della sessione invernale, articoli da scrivere, appuntamenti, scadenze da rispettare e una casa da pulire, ovviamente ho preferito spendere qualche minuto per una delle mie profonde e analitiche riflessioni. E qualche chiacchiera con delle buone amiche hanno confermato le mie supposizioni.
La nostra categoria, quella dei “terroni fuorisede” ha delle caratteristiche ricorrenti: ricordo quando tre anni fa in un nuvoloso giorno di ottobre arrivai a Milano completamente spaesata, senza sapere probabilmente ancora nulla della vita e di come tracciare delle linee guida per poter trovare la mia dimensione, totalmente antitetica rispetto a quella immaginata anni prima e sicuramente meno scontata. Penso che durante gli anni universitari molti siano intenti a costruire amicizie, affinare metodo di studio e relazioni che per un motivo o per un altro, come spesso accade, tendono a mutare.
Il tempo non porta saggezza ma tanta esperienza, quella grande maestra che ti fa distinguere un rapporto ipocrita dal vero affetto e insegna che il bucato della lana è meglio farlo a 40 gradi piuttosto che a 60, altrimenti avrai soltanto sprecato tempo, detersivo e indumenti.
Dicono che Milano sia una città fredda ma quando meno te lo aspetti regala scorci di vita meravigliosi come un tramonto inaspettato ad inizio settimana che ti porta a perdonarle anche la fitta pioggia che ha rovinato l’ospite più desiderato: il weekend. Milano è un work in progress, divenire costante, e diventa complesso scindere dal superfluo e non assorbire la sua colorata frenesia. Anche se tutto cambia, gli obiettivi mutano e ciò che hai sempre creduto priorità diventa elemento secondario, è importante conservare quel briciolo di autenticità e non tradire mai se stessi.
È sempre meglio voltarsi a guardare la strada percorsa, fare due conti con le emozioni provate e con ciò che non cambierà mai. Nonostante Milano e nonostante qualche ipocrisia di troppo, figlia dell’invidia di chi preferisce denigrare piuttosto che guardarsi dentro.