Intel Nuovo Brevetto sul “Bitcoin Mining”

Bitcoin Mining

Era di pochi giorni fa un nostro articolo che annunciava novità tecnologiche nel processo per velocizzare e rendere meno costoso l’autentificazione, attraverso l’attività di MINING, delle transazione in criptovaluta (meglio Cripto commodity) BITCON. E’ arrivata, più velocemente del previsto, la notizia che il colosso delle CPU (Central Processing Using) INTEL ha brevettato il “Bitcoin Mining Hardware Accelerator” (BMHA), un dispositivo in grado di far funzionare in maniera ottimizzata l’hardware.

Intel ha recentemente registrato un brevetto in grado di rendere più veloce l’hardware per il “Bitcoin mining”, che include un “processore” accanto ad un acceleratore hardware per la gestione dei calcoli necessari per estrarre le criptovalute. Senza addentrarci in aspetti troppo tecnici, la caratteristica principale del BMHA comporta l’uso ridotto di elettricità (energia), ottimizzando lo spazio utilizzato nel hardware nello svolgimento dell’attività di  “data mining” che comporterà un taglio complessivo di circa il 35% nei consumi rispetto a prima.

Tutto ciò avrà qualche riflesso anche sui prezzi delle cripto-valute ?

Staremo a vedere, ma una cosa è certa, le società di “Mining” , riducendo i costi di produzione per estrarre le cripto-valute, potranno realizzare maggiori profitti. La possibilità di realizzare utili è, da sempre, una delle condizione per l’entrata di nuovi operatori nel mercato e di conseguenza  aumentare la produzione. In un settore giovane e non regolamentato, come quello delle criptovalute, le relazioni tra domanda e offerta saranno, di volta in volta, le determinanti del  prezzo.  Prima di questa brevetto, c’era un uso non ottimale della GPU (graphics processing unit), nata per accelerare i videogiochi, che comportava un costo dell’elettricità necessario per estrarre un Bitcoin che molte volte superava il valore (in dollari) dello stesso Bitcoin.

Non tutte le criticità sono risolte, rimane sempre il problema che se hai dei dati sulla blockchain di Ethereum non puoi spostarli nella blockchain di Bitcoin e viceversa, tuttavia questo primo passo ci conferma che aziende leader nel settore si stanno muovendo nella ricerca di soluzioni per facilitare lo sviluppo del mercato della criptovalute.

Non abbiamo il tempo nemmeno di “digerire” questa novità tecnologica che nella nostra agenda dobbiamo annotare subito una nuova notizia:

Tre ragazzi dell’Università di Princeton hanno fondato una start-up, chiamata BASIS, ricevendo in dotazione un capitale di oltre 100 milioni di dollari forniti da “venture capitalist” come Google Ventures, Bain Capital, Lightspeed Venture Partners, Andreessen Horowitz, and Sky Capital.

Il team di Basis ha come missione la progettazione di una criptovaluta “stabile” che, in sostanza, dovrà mantenere un valore “fisso”, rendendola utilizzabile anche per effettuare acquisti. La volatilità attuale dei prezzi del Bitcoin e delle principali criptovalute, il cui prezzo oscilla su e giù rendendole non spendibili come un sostituto quotidiano alle monete tradizionali. Riesce difficile pensare di pagare il prezzo di una pizza con un BITCOIN che oggi vale circa 6.000 dollari e appena qualche mese fa valeva circa 15.000 dollari.  Risulta chiaro che le criptovalute vengono, per ora, utilizzate quasi esclusivamente come mezzo di investimento speculativo, piuttosto che come un moneta per effettuare acquisti effettivi. E’ anche per questa caratteristica che preferiamo parlare di Cripto-commodities anziché cripto-valute.

I ragazzi di Princeton si sono messi al lavoro per realizzare “token”(gettone) digitale .

L’idea consiste che con questo “gettone virtuale” si potrà pagare qualsiasi cosa, dai salari ai prestiti ai contratti.

Come fare a rendere “stabile” il valore del “cripto Gettone”?

Si potrebbe provare ad agganciare il prezzo delle cripto all’andamento di una valuta tradizionale di riferimento (es. dollaro), alcune start-up stanno percorrendo questo metodo.

Per il team di Basis invece il sistema dovrà essere governato dalla “BANCA CENTRALE ALGORITMICA”, la quale attraverso un algoritmo simulerà inflazione e deflazione per stabilizzare il valore del “token”, come accade per le monete tradizionali .

Gli algoritmi sono una sorta di “pilota automatico”, tuttavia come tutti i sistemi ogni tanto hanno bisogno di essere regolati e revisionati : chi lo farà e chi ci garantirà che non nascano obbiettivi meno “nobili” ?

Il CEO di BASIS, stando alle recenti dichiarazioni, crede che loro iniziativa avrà invece ricadute molto importanti anche a livello globale:

“Fornendo a chiunque abbia una connessione Internet accesso a un mezzo di scambio stabile e sicuro per la prima volta, riteniamo che la nostra iniziativa possa aumentare significativamente l’efficienza delle economie dei paesi in via di sviluppo”.

Due criticità (costi di estrazione, moneta spendibile) del sistema delle cripto-valute stanno per essere affrontate : tempi interessanti per chi si interessa di finanza e non solo.