Nord est di Londra, una donna italiana rappresentante del partito laburista, per una manciata di voti ha sfiorato una storica impresa politica, si è fermata a meno dell’1% dal conservatore Keith Anthony Prince alla corsa per la circoscrizione di Havering and Rebridge, feudo unionista da più di 15 anni. Una mano tesa verso il neosindaco Sadiq Khan e la certezza di aver fatto il massimo in uno dei quartieri più complessi dal punto di vista politico della metropoli.
Lei è Ivana Bartoletti, classe 1979, trasferitasi a Londra nel 2008 dopo una breve parentesi nella politica italiana, si è impegnata attivamente nel Labour Party dirigendo l’organizzazione del partito nel Borgo londinese di Hackney, diventando una figura femminile di spicco nel raggruppamento.
Che cosa ha spinto la gente di Londra, dopo otto anni di Boris Johnson, a votare un personaggio come Sadiq Khan?
“Londra non è più la stessa e la gente non ne poteva più. E’ diventata una sala giochi per i super ricchi di tutto il mondo mentre per gli ordinary Londoners è oramai impossibile acquistare una casa o permettersi un costosissimo sistema di trasporti. Gli stipendi non sono aumentati e il divario tra i manager della City e quelli che fanno le pulizie è diventato ancora più enorme: due mondi che non si incrociano, si sfiorano solo quando i primi vanno a lavorare mentre i secondi rientrano nelle periferie sugli autobus notturni. Ecco – questo non poteva andare avanti. Per questo la gente si è riconosciuta sia nel messaggio che nella persona di Sadiq Khan. Un figlio di una sarta e di un conducente di autobus, Sadiq è arrivato dalle case popolari a fare l’avvocato e poi il Ministro. Un messaggio di speranza e di ambizione sia individuale che collettiva: se lavori duro, ce la fai e non importa da dove vieni, quale sia il tuo colore della pelle o la tua religione o il conto corrente di mamma e papà. Grazie alla sanità, all’istruzione pubblica, al senso della comunità puoi volare alto. Questa è la Londra che vogliamo”.