Jamgle, la Marmellata di Musica Made in Italy

“Tra trent’anni i nostri figli ci chiederanno: papà, a cosa servivano gli uffici?”. In questa citazione dell’imprenditore e filantropo Richard Branson, il giovane ingegnere informatico Antonio di Francesco riassume l’essenza di Jamgle, la startup di cui è CEO e fondatore. Jamgle è un social network che permette di condividere tracce musicali originali, che possono poi essere remixate o integrate da altri utenti, creando una vera e propria “jam session” a distanza tra amici, cosí come tra perfetti sconosciuti. Il sito, per ora in una fase beta avanzata, consente di caricare i propri contenuti musicali registrati tramite webcam o smartphone e di aggiungerli a quelli creati da altri musicisti in erba o da artisti famosi. Si va cosí a creare una piattaforma che unifica appassionati di musica e autori in uno sforzo creativo che probabilmente non ha eguali nella storia della canzone.

Antonio, con una laurea in ingegneria informatica ma un’anima fondamentalmente votata all’arte, ha deciso nel marzo 2013 di mollare il suo impiego a tempo indeterminato a bordo delle piattaforme petrolifere per dedicarsi completamente a quest’avventura musicale, insieme ai due soci cofondatori Remigio Di Muzio e Paolo Raimondo, rispettivamente Web Engineer e Business Angel. Grazie a una scommessa iniziale coraggiosa che rende il progetto unico al mondo, Antonio afferma con un certo orgoglio che la strategia di investire su tecnologie open web e un’architettura HTML5 priva di plugin stia portando ora i propri frutti. E i frutti, o “fruits”, come vengono chiamati i singoli contributi degli utenti, sono anche la struttura fondante di Jamgle, siano essi una base, un giro di basso, un riff di chitarra o anche un semplice videoclip. Unendo i singoli fruits è possibile creare in maniera totalmente intuitiva una traccia musicale, o “jam”, una marmellata di stili e suoni contornata da un video musicale, che anche chi non suona nessuno strumento può remixare o arricchire con effetti. Jamgle è quindi a tutti gli effetti una libreria di suoni, pronti da inventare e condividere, tanto che le prospettive che si aprono a questo business sono infinite, dalla promozione pubblicitaria tramite cover per le case discografiche, alle lezioni online di chitarra per insegnanti di musica, fino alla creazione di una band virtuale  formata da ragazzi di tutto il mondo. E non è detto poi che una band su dieci non finisca per incontrarsi di persona e decidere di cominciare a fare sul serio.

Jamgle

Insomma, Jamgle apre le porte alla fantasia dei suoi utenti cosí come uno strumento musicale apre infinite possibilità a chi lo imbraccia grazie a solamente sette note: la semplicità d’uso e la modularità del sito sono infatti i punti di forza dietro questa idea, che ha già visto i propri sforzi riconosciuti al Tech Crunch Italy, dove si è qualificata tra le semifinaliste, e il Web Summit di Dublino. “Il modello di business che Jamgle intende proporre dipenderà dalla risposta degli utenti. L’obiettivo è quello di creare qualcosa di davvero unico e mai visto prima, che le persone si divertano ad usare. Dopo una prima fase di sperimentazione decideremo come trarre i benefici economici per sostenere l’iniziativa” dice Antonio. “Probabilmente si farà affidamento sulla vendita di spazi pubblicitari, insieme a funzionalità premium, senza trascurare la possibilità di creare un ecosistema di app attorno all’idea di base”.

A un anno e mezzo di distanza, la startup ha già raddoppiato il suo organico, e nonostante Antonio voglia tenere la base operativa in Abruzzo (dove risiede), la squadra è divisa fisicamente fra Chieti, Bologna, Germania e Spagna, con l’impegno di vedersi di persona almeno una volta al mese. Il team, attualmente alla ricerca di un interaction designer, comincia già a vedere i propri sforzi riconosciuti grazie all’interesse che alcuni artisti nostrani hanno mostrato nei confronti dell’iniziativa, e si prepara a volare alla fiera dell’industria musicale NAMM a Los Angeles. Vicino L.A. è anche dove vive e lavora il membro più prestigioso dell’advisory board di Jamgle, Alberto Sangiovanni-Vincentelli, professore presso l’Università di Berkeley, venture capitalist, imprenditore, nonché uno dei padri della Silicon Valley, determinante con i suoi consigli fin dalle prime fasi della startup e punto di contatto con il cuore dell’innovazione mondiale.

Per accedere alla fase beta del sito (il lancio ufficiale è previsto per gli inizi del 2015), i primi 100 fortunati lettori di Smartweek avranno la possibilità di connettersi a www.jamgle.com e inserire il codice promozionale “sw_jamgle” per poter mettere mano a tutto questo e scatenare la propria fantasia. Tutto ciò che serve è un microfono, una webcam e la voglia di fare un po’ di sano jamming con tanti altri appassionati di musica.