JeSuisBardo, la Riscossa Dopo la Paura. Si Ripartirà per la Tunisia.

Un terrorismo che non terrorizza, è un terrorismo che ha già perso. Sembra essere questo il messaggio di speranza e riscossa che si legge in queste ore. Dove? Sui social prevalentemente, da parte di giovani, soprattutto. Perché il desiderio di non lasciare alla disperazione e al male una realtà in transizione portatrice di speranze, come quella tunisina, infiamma i cuori e i grandi ideali. E la testa si rialza subito. Il tempo di realizzare quello che è appena successo al più antico museo del mondo arabo, il Bardo, nelle strade di Tunisi e nei cuori degli abitanti e poi via, si riparte con la mobilitazione: Instagram e Twitter sembrano realtà mento virtuali se ad animarle sono centinaia e centinaia di persone (prima che utenti) desiderosi di far sapere a tutti che la Tunisia sarà e resterà meta dei loro viaggi. Facebook diventa una vetrina in cui mostrare quanto di bello la località ha da offrire, non certo il sangue versato per mano di chi il bello non lo ha compreso, sotto nessuna delle sue forme.

jesuisbardo(foto: www.ibtimes.co.uk)

Come prima per Parigi, che aveva mobilitato l’Europa proprio nel suo cuore pulsante, adesso è il momento per la Tunisia di piangere le vittime e interrogarsi sui propri meccanismi di difesa. Il suo è un caso peculiare: era l’unico paese ad aver vissuto le cosiddette “primavere arabe“, partite ufficialmente nel 2010, ad esserne uscito con dei successi considerevoli sul piano delle riforme e su quello della transizione vero la democrazia. Era e resta un osservato speciale, gode infatti di una nuova Costituzione da poco approvata e di un sistema di libere elezioni che all’ultima tornata ha defilato l’islamismo radicale, lasciando spazio a formazioni laiche più moderate guidate dal partito Nidaa TounesIntorno a quel partito, di cui l’attuale presidente Essebsi è espressione, intorno a quella gente, si stringono ora i leader del mondo. E i tunisini, anche quelli più scettici, sanno dopo la giornata di giovedì del valore rappresentato da un sistema pacifico e democratico, sono più consci del tesoro che devono preservare: un grande segnale lo hanno dato la sera stessa dell’attentato e nei giorni successivi, inondando le strade di Tunisi ribadendo il loro “no” più assoluto agli assassini dello Stato Islamico. Insieme a loro, si sono uniti tutti gli altri.

e0c75518-5170-428e-9992-65ab7b61ea6e-620x372(Foto: @Selfies_Tunisie / Twitter)

Mentre compagnie navali, tra cui la nostra Costa, annunciano variazioni negli scali prestabiliti per evitare l’attracco in Tunisia, si consuma un ulteriore dramma per il paese. Sì, perché era un capitolo importante nell’economia della società tunisina, quello rappresentato dal turismo e dalle crociere. Lo era perché dopo le rivolte del 2010 che hanno portato alla destituzione di Ben Ali, i movimenti spontanei, le ribellioni e gli episodi di violenza hanno causato un escalation in grado di limitare moltissimo il già fragile tessuto economico della Tunisia. E se una percentuale del turismo culturale era rimasta intatta, concentrata lungo la costa, ora rischia di essere compromessa definitivamente. Ecco perché quei messaggi che qui possiamo leggere nelle foto scaldano i cuori. E’ la riscossa di fronte alla rassegnazione. E’ il coraggio che irrompe sulla paura. E’ un popolo intero, senza confini, che non vuole lasciare la Tunisia da sola a combattere un’altra battaglia. Passino quindi i cali di visite e prenotazioni del breve periodo, come logico, eppure già per quest’estate ci sono buone prospettive per una ripresa consistente del traffico turistico nel paese, come conferma l’associazione turistica Abta. Un segnale prezioso e confortante. Perché quella strage è una strage di tutti noi, nessuno escluso. Sappiamo perfettamente che poteva succedere in ogni altro paese minacciato costantemente da quei messaggi di terrore. Stringerci ancora più forte ai nostri vicini sull’altra sponda del Mediterraneo è più che mai doveroso in queste ore.

CAeZqtRUcAAEm3T.png-large(foto: @jmsardo / Twitter)

je-suis-bardo-je-suis-tunisien-i-will-come-to-tunisia-this-summer-1-zemedia-2(foto: @teamharissa / Instagram)