La notizia era nell’aria già da qualche tempo e alla fine, lo scorso 5 luglio, è diventata ufficiale: quello di New York sarà il ventitreesimo stato americano a legalizzare l’utilizzo di marijuana a scopo terapeutico.
Una decisione, quella presa dal governatore Andrew Cuomo, che allinea lo stato della Grande Mela al fianco degli oltre venti precursori a stelle e strisce, che nel giro di un anno si sono impegnati in prima persona nella battaglia al proibizionismo delle droghe leggere. Tuttavia, si tratta di una vittoria mutilata per i sostenitori della legalizaciòn: infatti, se la depenalizzazione a livello nazionale è diventata ormai ufficiale, l’utilizzo della cannabis, a livello federale, è ancora illegale e punibile penalmente.
Un trionfo dal gusto amaro che gli attivisti pro-marijuana, però, potranno condividere con un alleato in più: il New York Times. Sì, avete capito bene. Lo storico quotidiano di Manhattan, dallo scorso 26 luglio, si può definire un autorevole sostenitore della causa per la legalizzazione delle droghe leggere a scopo medico. Abituati alla sua linea editoriale imparziale, sempre attenta e precisa a non eccedere né da una parte né dall’altra, il New York Times, nelle ultime settimane, è uscito con una serie di articoli sulla possibilità, da parte delle istituzioni, di abolire l’illegalità della cannabis a livello federale, lasciando ai singoli stati la gestione giudiziaria della materia.