Il primo utilizzo di Blockchain si collega al rilascio nel 2009 del Bitcoin, che è nato alla fine del 2008 quando Satoshi Nakamoto, dall’identità ignota, pubblica un White Paper, ovvero un rapporto ufficiale in cui spiega l’idea di una moneta virtuale crittografica peer to peer governata da algoritmi e senza intermediari che verifichino le transazioni in quanto la legittimità di quest’ultime è determinata dalla rete decentralizzata stessa. Tuttavia, è soltanto nel 2014 che l’interesse della comunità scientifico-tecnologica si sposta verso la Blockchain in sé e incomincia a farsi strada l’idea che questa tecnologia, base del Bitcoin, potesse essere applicata in altri ambiti e quindi sempre più frequentemente viene presentata e sperimentata in netta separazione dal Bitcoin.
L’aumento della fama della Blockchain ha generato un crescente interesse da parte della comunità portando all’ampliamento dello studio di questo nuovo modello e consentendo quindi di poter comprendere cosa fosse e come utilizzarla; a tal proposito Mauro Bellini, giornalista e direttore responsabile testate verticali di Digital360 Group, ha fornito in un suo articolo la definizione di Blockchain secondo cui: “La Blockchain, che letteralmente in italiano significa “catena di blocchi”, è una sottofamiglia di tecnologie in cui il registro è strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e la cui validazione è affidata a un meccanismo di consenso, distribuito su tutti i nodi della rete, ossia su tutti i nodi che sono autorizzati a partecipare al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro”, cioè una tecnologia che permette la creazione di un database per gestire in modo univoco e sicuro le transazioni condivisibili senza essere necessaria un’entità centrale di controllo e verifica.
Le caratteristiche principali della Blockchain sono l’immutabilità del registro che garantisce l’inalterabilità delle informazioni , la tracciabilità delle transazioni poiché tutti i partecipanti della rete possono accedere a tutte le informazioni in qualsiasi momento, la sicurezza basata su tecniche crittografiche, l’attendibilità in quanto i blocchi vengono aggiunti in ordine cronologico permettendo quindi di risalire a data e ora per l’accertamento delle transazioni, la decentralizzazione che consente di non avere intermediari quali ad esempio le banche e che conseguenzialmente gli conferisce un’elevata velocità e la distribuzione tra tutti i partecipanti così che le registrazioni non possono essere alterate senza apportare delle modifiche ai blocchi successivi e senza l’autorizzazione degli altri membri.
La Blockchain ideata e utilizzata appunto per la prima volta nel 2008 è identificabile come un protocollo sicuro che consente lo scambio di valore e informazioni, questi scambi vengono definiti transazioni, ogni volta che avviene una transazione si crea un blocco all’interno del quale sono conservate tutte le informazioni; successivamente questo blocco stesso entra nella rete per essere verificato ed approvato dagli altri membri della Blockchain, qualora la verifica dovesse andare a buon fine il blocco si aggiunge alla catena di blocchi già presenti e approvati, ma affinché ciò avvenga la transazione e il suo rispettivo blocco devono essere approvati a maggioranza da tutti gli altri nodi, ovvero “qualsiasi dispositivo hardware del sistema in grado di comunicare con gli altri dispositivi che fanno parte della stessa rete”.
Ogni singola transazione avvenuta con successo viene registrata nell’archivio di ogni blocco della catena e il suo aggiornamento avviene in automatico in ogni nodo che partecipa alla rete, quindi ogni nuovo blocco si aggiunge alla catena di blocchi già presenti e che formano la Blockchain, diventando il rimando definitivo, permanente e immutabile di quella determinata transazione.
Figura 1.1: Catena di Blocchi che forma la Blockchain
Quanto affermato precedentemente può essere esemplificato nella seguente maniera: un determinato individuo, indicato con la lettera X, vuole vendere un’opera d’arte di sua proprietà, alla vendita si interessa un altro soggetto, definito come Y, ma affinché Y possa comprare l’opera da X è necessario effettuare una transazione, cioè uno scambio di informazioni che consenta ad entrambi i soggetti interessati di ottenere il maggior numero possibili di dati, che nel seguente caso possono essere certificato di autenticità e di proprietà dell’opera, il prezzo o la disponibilità economica dell’acquirente, ovvero Y. Successivamente si crea un blocco, il quale può essere paragonato ad un cartella, con quanto raccolto in merito alla transazione e lo si organizza per sottoporlo all’approvazione e verifica degli altri membri. La Blockchain ha quindi un funzionamento “democratico” perché tutti devono approvare la transazione di solo due soggetti quali X e Y. Quando il nuovo blocco della transazione tra X e Y viene verificato e considerato corretto la transazione è autorizzata, effettuata e pubblicata sulla Blockchain.
Figura 1.2: Nuovo Blocco con informazioni sulla transazione
La Blockchain per la vendita di un’opera d’arte è stata realmente usata il 7 Giugno del 2018, quando Maecenas, una delle prime piattaforme Blockchain, ha messo in vendita la proprietà frazionata di “14 Small Electric Chairs” di Andy Warhol, facente parte della serie Reversal di Warhol del 1980 e dal valore di 5,6 milioni di dollari, realizzando la prima asta d’arte di criptovalute al mondo e dando l’opportunità a centinaia di soggetti di poter acquisire quote dell’opera pari al 49 percento della proprietà del quadro.
La vendita del dipinto di Andy Warhol però costituisce soltanto uno dei tanti impieghi della Blockchain, infatti negli ultimi anni il campo di azione si è altamente diffuso, interessando i più svariati settori della società odierna, quali per esempio l’Agrifood, la Logistica, la Finanza ma anche l’Aeronautica, l’Energia e il Diritto d’autore.
In ambito artistico momentaneamente la Blockchain è stata adoperata per creare delle piattaforme che democratizzassero l’accesso all’arte e al suo mercato, consentendo quindi a tutta la società e non soltanto a strette porzioni di poterla acquistare attraverso l’utilizzo delle criptovalute. Tuttavia, il modus operandi della Blockchain con le sue caratteristiche di sicurezza e immutabilità potrebbe risultare essere la chiave per la realizzazione di un archivio virtuale e sicuro in cui depositare tutti i dati relativi ad un’opera d’arte e allo stesso tempo velocizzare e semplificare il processo dei passaggi di proprietà dei beni; ciò già avveniva con Central Ledger per la gestione della contabilità e le archiviazioni di dati da parte di imprese, banche e pubbliche amministrazioni, tuttavia però Central Ledger, che in italiano significa “libro mastro”, fondava le sue basi sulla fiducia che tutti dovevano avere nei confronti del gestore del Central Ledger, il quale si identificava con un’autorità centrale, infatti oggi non si parla più di Central Ledger ma di Distributed Ledger Technology di cui Blockchain fa parte.
Un utilizzo della Blockchain come archivio è stato pensato dalla Start Up “CreativitySafe” per la tutela del diritto d’autore, il suo amministratore delegato, Marcello Esposito, ha infatti dichiarato che: “la Blockchain è la tecnologia ideale per registrare le opere scritte e musicali anche nelle fasi intermedie”, ovvero gli artisti possono depositare le loro idee innovative e le prime fasi di applicazione di queste all’interno della Blockchain, affinché siano tutelate e gli sia garantita una primogenitura su quel determinato operato. La stessa idea di CreativitySafe potrebbe essere quindi applicata al campo artistico riguardante le opere d’arte e i beni culturali per evitare il grande problema della contraffazione e della dispersione di documenti e certificazioni di autenticità e per permettere di avere a propria disposizione sempre un quadro storico ordinato e chiaro, in quanto la Blockchain, così come afferma il giornalista Occorsio: “scritta nel linguaggio della matematica, senza bisogno di istituzioni che ne garantiscano l’autenticità e l’imparzialità, è praticamente eterna”.
Il motto “Don’t trust, Verify” (non c’è bisogno di credere, perché basta verificare), che viene spesso utilizzato quando si parla di Blockchain e Bitcoin, riassume perfettamente il motivo per il quale la Blockchain è diventata argomento di punto all’interno dei più importanti summit mondiali, infatti la sua assenza di autorità a cui affidarsi scaturisce una profonda curiosità e voglia di sperimentazione.
Il suo scalpore ha fatto si che se ne parlasse durante l’ultimo Forum Economico Mondiale e che la PricewaterhouseCoopers (PWC), network internazionale presente in centocinquantotto paesi, che si occupa di consulenza di direzione e strategica, revisione di bilancio e consulenza legale e fiscale, avviasse nel 2018 un’analisi sul coinvolgimento dei paesi nell’utilizzo della Blockchain e ne è scaturito che su un campione di seicento executive di quindici paesi diversi l’ottantaquattro percento dei rispondenti è coinvolto e per essere più precisi il 20% è impegnato in ricerca, il 32% in fase di sviluppo, il 10% lavora a progetti pilota, il 15% è con la Blockchain in produzione e il 7% dichiara di avere progetti avviati ma bloccati mentre soltanto il 14% non ha nessun coinvolgimento. Questi dati, confermati anche da indagini effettuate da Deloitte con il risultato che dal 2016 ad oggi sono stati investiti oltre un biliardo di dollari nella Blockchain, mostrano come la Blockchain abbia invaso quasi tutti i settori odierni e in particolare:
- Finanza e Banche: sono i settori in cui gli investimenti in Blockchain sono maggiori, in quanto la mancanza di intermediari nella gestione delle transazioni permetterebbe una diminuzione dei costi e di conseguenza un grosso risparmio economico, uno snellimento dei processi e quindi una maggiore velocità nell’esecuzione di quest’ultimi e un uguale grado di sicurezza garantita dalla crittografia;
- Assicurazioni: la Blockchain essendo sicura e decentralizzata fornirebbe al settore assicurativo la possibilità di prevenire frodi e di avere dati e analisi più precise, inoltre potrebbe essere sempre aggiornata dei cambiamenti e quindi poter gestire meglio il rischio e aver maggiori opportunità, nonché migliorare l’esperienza dei consumatori avendo la possibilità di ottenere informazioni e di poter comprendere preferenze e priorità dei clienti;
- Agrifood: in questo settore le caratteristiche privilegiate della Blockchain sono la tracciabilità e la trasparenza che permettono ai produttori di garantire la qualità e l’affidabilità del proprio prodotto e di conseguenza apporta benefici anche alle industrie di trasformazione e alle attività legate alle certificazioni alimentari in quanto si mettono in comunicazioni più settori in modo paritario in modo che ogni singolo dato possa essere controllato con la massima trasparenza. Un primo uso di Blockchain in questo ambito è stato fatto per l’esportazione delle arance rosse di Ribera Dop affinché fosse garantita la qualità di questo particolare prodotto;
- Industry 4.0: conosciuto anche come manifatturiero sfrutta la Blockchain e la sua caratteristica della decentralizzazione per produrre tecnologie in grado di coadiuvare la produzione e la logistica e di arrivare a nuove soluzioni per la gestione della logistica e dei rapporti di filiera, inoltre la Blockchain garantisce anche sicurezza e affidabilità a tutto il processo di produzione e distribuzione;
- Internet delle Cose (IoT): nel campo delle telecomunicazioni IoT è un neologismo per indicare l’estensione di internet a oggetti e luoghi concreti, cioè oggetti che hanno la capacità di comunicare dati su se stessi e accedere a informazioni da parte di terzi, un esempio sono le scarpe da ginnastica che registrano tempo, velocità e distanza per gareggiare con altre persone in altre parti del mondo in tempo reale; in questo settore la Blockchain potrebbe essere utilizzata per la facilità con cui si possono scambiare dati nelle comunicazioni tra oggetti IoT connessi con una maggiore sicurezza e una maggiore velocità e può anche essere adoperata per trovare soluzioni per la gestione dell’identità delle cose;
- Sanità: si è pensato di usare la Blockchain in sanità per condividere e gestire le informazioni dei pazienti in maniera veloce e sicura così che i medici possano controllare l’intera cartella clinica di un paziente sin dal primo contatto, permettendo quindi di poter avere una diagnosi e definire una cura in tempistiche rapide, in quanto questo sistema condiviso permetterebbe a strutture sanitarie diverse di avere sempre lo storico dei pazienti senza la necessità di lunghe pratiche burocratiche e un coordinamento di tutte le azioni mediche superando le distanze e incrementando la collaborazione tra istituti privati e pubblici ma anche assicurativi;
- Pubblica Amministrazione: l’applicazione di Blockchain in questo ambito potrebbe dare l’opportunità sia alla Pubblica Amministrazione che ai cittadini di avere un’identità digitale, condivisa e implementata evitando quindi l’evasione fiscale attraverso un controllo maggiore dei pubblici cittadini e uno svecchiamento e una conseguenziale semplificazione di tutti i servizi della Pubblica Amministrazione;
- E-Voting: il voto digitale è divenuto oggetto di varie sperimentazioni ma non si è arrivato a un utilizzo capillare a causa dei problemi di poca sicurezza, tuttavia la Blockchain potrebbe essere risolutoria poiché garantirebbe l’impossibilità di duplicazione di un documento e la fissazione di questo in modo immutabile permettendo di associarlo a una determinata identità contribuendo quindi a ridurre falsi voti e possibili violazioni;
- Retail e Negozi: i pagamenti potrebbero infatti essere estesi alle criptovalute tramite l’utilizzo della Blockchain, che ne assicura la tracciabilità e la correttezza della transazione, consentendo acquisti più veloci ed economici e favorendo un aumento della domanda e un vantaggio competitivo negli store abilitati;
- Smart Energy: la Blockchain può essere utilizzata per diminuire i consumi generali ma anche per rendere più efficiente la produzione perché si potrebbe usare per gestire le transazioni di entrata e uscita di energia elettrica tra produttori e consumatori, in quanto produttori possono essere anche i cittadini o Prosumer, che producendo energia per un proprio uso personale possono anche generare un surplus da cui trarre vantaggi. Una delle soluzioni più stimolante è quella del P2P Energy che prevede degli scambi Peer to Peer nel mercato dell’energia.
- Musica: la possibilità di scambiarsi brani musicali e diffonderli senza il rispetto del Copyright o l’impossibilità di far valere il proprio diritto di autore in un’idea ancora in forma sperimentale sono i problemi più comuni in ambito musicale ma attraverso l’utilizzo della Blockchain integrato con gli Smart Contract si potrebbe ricavare una soluzione in quanto artisti e musicisti potrebbero caricare i propri file di sperimentazione su Blockchain e averne garantita la primogenitura; a tal proposito esistono già numerose Start Up, tra cui CreativitySafe. Allo stesso modo le transazioni su Blockchain permetterebbero un utilizzo dei brani musicali corretto in cui venga assicurato il giusto riconoscimento a ogni singolo componente nella produzione artistica-musicale;
- Arte: oggi la Blockchain nell’arte è usata per le aste in quanto esistono delle piatteforme, come Maecenas e Look Lateral, che permettono la realizzazione di vendite intere o frazionate di opere d’arte, pagabili tramite criptovalute e consentendo quindi di accedere a un settore fino ad oggi molto ristretto a una vasta gamma di persone, perché le criptovalute non sono collegate alla propria situazione economica bancaria. Tuttavia questo è solo un possibile uso della Blockchain perché le sue caratteristiche, quali per esempio la tracciabilità e la sicurezza, permetterebbero di usarla per la realizzazione di un archivio digitale e di conseguenza poter provvedere alla risoluzione del problema di dispersione dei documenti, di falsificazione e di criminalità. Inoltre, essendo una tecnologia distribuita e condivisa, così come avviene nella sanità, potrebbe costituire un mezzo per la condivisione di informazioni tra enti differenti e lontani spazialmente.
Veronica Bartolotta