La casa di carta: i denari da coronavirus

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Nella fiction di successo “la Casa di carta” di Netflix, i soldi venivano lanciati dagli elicotteri, la versione cinematografica della nuova politica monetaria di “helicopter money”. Hong Kong la sta già applicando, in maniera meno scenografica, rendendo disponibile su ciascun conto corrente degli abitanti 1000 dollari del Paese (circa 1200 dollari americani).

Non sarà la sola. Sono 150 i Paesi colpiti da Coronavirus e per far fronte ad un prossimo rallentamento dell’attività economica, che ha avuto eguali solamente durante l’ultima guerra mondiale, si discute e ci si prepara già per la ricostruzione; questa è una interpretazione ma, in questo caso, non vi è stata alcuna distruzione di aspetto materiale quindi non bisogna aspettarsi una ripresa economica trainata dagli investimenti di ricostruzione. In questo frangente ciò che stato “distrutto”, aspetto peggiore, sono i valori di fiducia verso una globalizzazione che avrebbe trovato da sola gli anticorpi per far fronte a qualsiasi nefasto accadimento.

Le scelte per ripartire saranno più complesse e le risorse dovranno essere investite verso gli “assets intangibili” del nuovo mondo economico: in soldoni meno cemento, più tecnologia, più scienza, più ecosostenibilità, più sanità, più regolamentazione . Sarà un cambio necessario per una crescita più equa, una ricchezza meglio redistribuita per salvare un modello capitalistico che tenga insieme lo Sviluppo e la Democrazia. Se verrà sprecato questo insegnamento, che ci sta costando enormemente sia in termini umani e finanziari, il prezzo “sociale” sarà altissimo ed insopportabile.

Tra poco, vi dirò le cifre iniziali messe in campo da ciascun Governo per far fronte alla emergenza coronavirus, tuttavia queste sono solo una condizione necessaria, sicuramente da incrementare, ma non sufficiente per la “ricostruzione”; bisogna che si formi una nuova classe dirigente. E’ ora, come nel passato, che si facciano avanti i giovani (non solo anagraficamente) con nuova visione del mondo, con determinazione, con la convinzione di scelte coraggiose, il vento è cambiato e abbiamo bisogno di “skippers” che indirizzino il team a regolare le vele. Le prime proiezioni dei PIL per il prossimo semestre sono impressionanti, andiamo da meno 30% ad un ottimistico meno 12% per l’economia americana.

E’ giunto il momento, come promesso, di vedere cosa è già stato messo in campo. La Cina ha già messo a disposizione circa 100 miliardi di dollari, gli Stati Uniti stanno predisponendo aiuti per circa 850 miliardi di dollari di cui 250 sotto forma di “Helicopter money” e nessun limite al Quantitative easing ;Unione Europea circa 37 miliardi di €uro con sospensione del patto di stabilità, niente vincolo del 3% del rapporto deficit/PIL per gli Stati. Queste risorse saranno erogate sotto forma di prestiti alle imprese, sussidi al reddito, rinvii di tasse e nazionalizzazioni di aziende.

La Germania ha dichiarato aiuti illimitati e 500 miliardi di € per garanzie e prestiti, La Francia 45 miliardi di € per aiuti e 300 miliardi per prestiti, la Spagna 17 miliardi per aiuti e 100 miliardi per prestiti, la Gran Bretagna 20 miliardi di sterline e 330 miliardi per prestiti, in Italia 25 miliardi di € per gli aiuti e non sappiamo ancora per i prestiti. Ci sono molte differenze quantitative, ma l’aspetto rilevante è che la Cina, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno una sovranità monetaria (in soldoni, una loro moneta e una Banca Centrale che può stampare in maniera “illimitata”) mentre i Paesi dell’Europa hanno ceduto questa facoltà alla Banca Centrale Europea, la quale ha un margine di manovra limitata nel stampare moneta, cosa ben diversa dai programmi di Quantitative Easing .

Ci aiuta a capire la differenza sempre la fiction di “la casa di carta”, lì i soldi venivano distribuiti dopo essere stati stampati e non prelevati (meglio rubati) dalla Banca Centrale, ebbene nella realtà attuale i singoli Stati europei, con la cessione della sovranità monetaria e i vincoli attuali, sono intrappolati in una situazione simile. Per convincere la Banca Centrale Europea a stampare moneta bisognerà avere un piano di investimenti condiviso da tutti i Paesi membri, si dovranno sapere i meccanismi con i quali verranno distribuite le risorse, quale organismo comunitario controllerà lo stato avanzamento lavori.

Come vedete il processo richiederà tempo, e nel frattempo gli altri (Cina, GB, USA) procederanno veloce, determinando una svalutazione della propria moneta rispetto all’€uro; allora la battaglia contro il coronavirus e la recessione avrà una mutazione in una guerra valutaria. Questo dettaglio crea una grande distorsione, gli economisti direbbero asimmetria, negli effetti delle politiche di rilancio. L’Italia, con un alto debito e una crescita inesistente da 10 anni, rischia di pagare, in termini di spread, un alto prezzo per la ripartenza. L’Europa costruita solo nella politica monetaria se non ricorrerà velocemente ai ripari, potrebbe trasformare “la casa di carta” in una “carta senza casa”.