La Comparsa della “Pistola di Cechov” Preoccupa i Mercati Finanziari

Quello della “pistola di Cechov” è un principio drammaturgico fondamentale della narrazione teatrale e romanzesca.

Anton Cechov sosteneva che, se in una trama compare una pistola, bisogna che spari. Sembra una banalità, ma non lo è affatto: quello che il grande scrittore e drammaturgo russo intendeva dire era che non bisogna mai introdurre oggetti, scene o altri elementi nel corso di una storia se non sono necessari. Ogni elemento della storia deve avere una funzione, e pertanto se compare una pistola in una scena, e poi nel resto del copione non viene usata da nessuno, nella sceneggiatura è un elemento inutile e quindi va eliminato.

Se volessimo provare ad applicare questo principio ai mercati finanziari, utilizzando come storia quello che è stato sino ad oggi il “driver” della crescita dei mercati, cioè l’indice Nasdaq, non avremmo grandi difficoltà a trovare una “pistola” all’inizio del “secondo atto”.

Il “primo atto” possiamo, infatti, farlo coincidere con l’importante correzione di inizio febbraio che è stata, tuttavia prontamente, riassorbita in alcune settimane di contrattazioni: pertanto, avrebbe potuto essere annoverata come una normale contrazione.

Quello che è andato in scena invece nel “secondo atto”, contrassegnato nel rettangolo giallo del grafico, rappresenta la citata “pistola”: un movimento molto più sottile che in analisi tecnica si  definisce highest reversal top. Con questo terminologia si identifica una formazione grafica di alcune sedute che è separata in entrata e uscita da due gap, cioè due spazi vuoti senza formazione di prezzo: come se il mercato avesse letteralmente cercato di fare un balzo senza riuscire ad afferrare un appiglio, e scoprendo nella discesa che era venuta meno anche la terra sotto i piedi.

Ciò che rende questa configurazione, già di per sé rara ma maggiormente interessante, è la presenza al suo interno di un reversal day negativo (la candela rossa: seduta in cui si verificano contemporaneamente sia un nuovo massimo che un nuovo minimo rispetto a quelli precedenti), una chiusura inferiore a quella della seduta precedente.

Va da sé che indipendentemente da quanta fiducia si possa avere nelle indicazioni fornite, l’analisi dei mercati così configurata mi porta a non avere dubbi sul fatto che un comportamento del genere non è, evidentemente, quello di una fase rialzista di mercato.

I segnali che ci forniscono i mercati sono in deciso contrasto rispetto ai proclami di crescita che si susseguono ormai da diverso tempo e che spingono verso un forzato ottimismo.

Non ignoriamoli, anche sui mercati, come nei romanzi o nei film, capitano spesso cose che sul momento sembrano poco importanti, ma poi si rilevano fondamentali…e ricordiamoci che se c’è una “pistola” prima o poi questa deve sparare: scopriremo presto dove va a fermarsi la pallottola.