La Deutsche Bank Accusa il Colpo della Riforma Fiscale Statunitense

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Fin dalla campagna elettorale, a suon di "l'America tornerà grande", tale riforma è stata infatti uno dei punti cardine e più controversi della proposta di Donald Trump ed è incentrata soprattutto su un netto taglio alle imposte: l'imposizione fiscale alle aziende passa infatti dal 35% al 21%. Altri aspetti riguardano una riduzione delle tasse sia a livello individuale sia le proprietà immobiliari.

Intanto però in molti hanno criticato tale mossa, sottolineando che la la diminuzione delle tasse non si possa tradurre, o almeno non necessariamente, in una crescita economica o in un aumento dei posti di lavoro. Quel che è certo in questo caso specifico è che le conseguenze in ambito bancario non si sono certo fatte attendere.

Morgan Stanley, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs e Credit Suisse mostrano e lamentano il medesimo problema riscontrato dalla Deutsche Bank: tale riforma ha causato una rivalutazione dei crediti d'imposta, le passività fiscali differite. Tuttavia gli economisti e le stesse banche hanno contribuito a rincuorare riguardo alla solidità dell'intero sistema, che sì verrà penalizzato sul breve periodo, per poi essere favorito sul lungo termine.

Rimangono certo alcune perplessità riguardo a chi realmente beneficerà di una simile mossa e se questo non contribuirà ad esacerbare le disuguaglianze sociali favorendo unicamente i più abbienti (circa l'1% della popolazione), tuttavia non si può certo accusare il discusso presidente di incoerenza.