La Nuova Mecca dei Videogame è la Finlandia

angry birds

Alzi la mano chi sapeva che Angry Birds, il videogame per smartphone che ha fatto impazzire milioni di persone, fosse nato in Finlandia. Precisamente dalla Rovio softwarehouse che attualmente non sta passando un gran periodo. Lontani, infatti, sono i tempi del 2009 quando i tremendi uccellini raggiunsero quota 3 miliardi di download. L’ingegno finlandese non è si è però fermato qui. A raccogliere l’eredità di Rovio ci ha pensato Supercell, società fondata nel 2010 a Helsinki. L’azienda ha infilato un successo dietro l’altro, creando dapprima Hay Day e Boom Beach. Il top è stato raggiunto con Clash of Clans. Nato nel 2012 per iOS e arrivato nel 2013 anche su Android, il gioco freemium frutta all’azienda ben 5 milioni di dollari al giorno. Mica noccioline.

Le 100 nuove Nokia

D’altronde, il mercato delle softwarehouse in Finlandia è florido. L’ex primo ministro Alexander Stubb lo ha definito “il nuovo corso economico del Paese”. E non sono parole di circostanza. Sono più di cento “le nuove Nokia” (così le chiamò Stubb nel 2013) a far girare l’economia finlandese con introiti pari a 1,8 miliardi di euro (dati 2014). Per capire l’enormità del fenomeno basta confrontarlo con i ricavi dell’industria del gaming italiana nello stesso periodo. 20 milioni di euro. Una cifra ridicola se comparata con quella finlandese.

I perché di un successo

Il divario tra l’Italia e la Finlandia non è solo economico. E’ anche “culturale” fa sapere al Corriere della Sera, Nazareno Urbano, 3D artist arruolato da Remedy Entertainment. “Helsinki secondo me è la Silicon Valley europea, una manna per le startup. Qui i videogiochi sono considerati un fenomeno culturale, oltre che ovviamente economico. Basta pensare alle molte scuole e università, tutte rigorosamente gratuite, che qui insegnano programmazione”. Per non parlare dei venti atenei finlandesi che propongono corsi di laurea sui videogame e sfornano personale qualificato.

Tutta gente che va ad ingrossare un mercato del lavoro in continua evoluzione. Sono attualmente 2.500 le persone che attualmente sono impiegate nel settore videoludico (il 20% donne), 260 gli studi di sviluppo. Ad aiutare questo settore ci sono anche gli investimenti, ingenti: 1,5 miliardi di euro negli ultimi 5 anni. Per l’Italia un esempio da seguire.