La nuova ricerca di NTT evidenzia una divergenza di pensiero sul futuro delle modalità lavorative tra i responsabili di business e i dipendenti

forza lavoro esterna

NTT Ltd., fornitore globale di soluzioni tecnologiche e di business, ha rilasciato l’edizione 2021 del Global Workplace Report che fornisce informazioni essenziali sul futuro del lavoro a fronte della ripresa post-pandemica delle organizzazioni di tutto il mondo. Il report evidenzia che i responsabili di business sono significativamente più soddisfatti del modo in cui si sono adeguati alle nuove prassi lavorative rispetto ai loro stessi dipendenti e sottolinea la necessità di una visione organizzativa più chiara su come i dipendenti hanno rivalutato le proprie aspettative nei confronti del posto di lavoro.

Consapevolezza condivisa, prospettive divergenti  

Con 1.146 (315 in Europa) interviste condotte in 23 paesi, NTT riporta, per quasi la totalità, una concordanza sul fatto che il lavoro remoto abbia introdotto delle difficoltà: l’82% (74% in Europa) degli intervistati afferma che abbia avuto un impatto sulle prestazioni organizzative, mentre l’81% (76% in Europa) concorda che per i dipendenti è stato altrettanto sfidante. Il 63% dei CHRO (il 60% delle organizzazioni in Europa), al contempo, dichiara che il benessere dei dipendenti ha subito un peggioramento durante la pandemia.

Tuttavia, non sempre un’ampia consapevolezza del problema si traduce in una valutazione realistica della capacità organizzativa. Rispetto al personale operativo, i CEO hanno 20 punti percentuali in più di probabilità di ritenere che la loro organizzazione sia molto efficace nella gestione dell’orario di lavoro, 28 punti in più di ritenere che siano efficaci nel prevenire il burnout e 41 punti in più di probabilità di essere molto soddisfatti della propria capacità di esperienza dei dipendenti (EX) dell’organizzazione.

Questo divario di consapevolezza rispecchia una grave mancanza di fiducia dei dipendenti, con solo il 38% che sostiene che il proprio datore di lavoro tenga realmente in considerazione il suo stato di salute e il suo benessere e solo il 23% che afferma di essere molto felice di lavorare per il proprio titolare.

Una migliore rivalutazione dell’equilibrio vita privata-lavoro 

Alla base della discrepanza di soddisfazione tra datori di lavoro e dipendenti, la ricerca ha rilevato una diversità significativa nelle attitudini dei dipendenti nei confronti delle proprie preferenze lavorative future. I dati del Voice of the Employee (VoE) mostrano che, di fronte a una scelta di modalità lavorativa, sia essa da casa, ibrida o in presenza, i dipendenti hanno risposto in maniera relativamente uniforme sulle tre opzioni, rispettivamente al 30%, 30% e 39%.

Questo dato contraddice l’opinione, condivisa dal 79% delle organizzazioni, secondo la quale i dipendenti prediligono lavorare in ufficio, quando invece, i dati della VoE mostrano che solo il 39% di essi desidera lavorare in ufficio a tempo pieno.

“Attualmente, la cronaca è tutta incentrata sul remote working ma la realtà delle esigenze dei dipendenti è molto più complicata e l’incapacità di valutare e rispondere in modo accurato a ciò costituisce un rischio serio per le aziende,” ha commentato Alex Bennett, Global Senior Vice President, GTM Solutions di NTT Ltd. “Queste non sono semplici preferenze perché abbiamo potuto constatare che il work-life balance e il tempo di percorrenza del tragitto casa-lavoro sono, oggi, i due fattori più importanti che le persone prendono in considerazione per le proprie scelte lavorative. Per questo, ottenere buoni risultati dalle proprie strategie di workforce e workplace costituirà un reale vantaggio competitivo.”