Dalle innovative tecniche a basso potenziale di invasività clinica passando per le pratiche chirurgiche ad alto rischio, fino alla realizzazione di un sofisticato modello di sala operatoria, il Saint Elizabeth Hospital (Appleton, Wisconsin) detiene un ruolo di prim’ordine nel campo della chirurgia avanzata. Il progetto di un’ideale sala chirurgica del futuro nasce così: professionisti esperti in ogni campo della medicina possono lavorare fianco a fianco, coordinando tra loro le diverse attività che richiede un intervento coadiuvati da macchinari ad alto potenziale tecnologico.
Le sale operatorie oggi sono sufficientemente ampie per consentire la massima libertà di movimento e un agevole collocazione ed utilizzazione delle apparecchiature elettro-medicali che la chirurgia e l’anestesia moderna richiedono, ma le continue innovazioni tecnologiche impongono la realizzazione di nuove aree chirurgiche che comportino proprio l’inserimento di nuovi strumenti per la diagnosi e la terapia, come ad esempio l’Artis Zeego Angiography C-arm System, sviluppato da Siemens Healthcare. Si tratta di un prodotto derivante dall’ingegneria robotica, un braccio meccanico in grado di, sfruttando al massimo la sua struttura ergonomica e la sua flessibilità, raggiungere qualsiasi zona del corpo del paziente. L’apparecchio conferma e completa la diagnosi dei medici, arricchendola di dettagli anatomici e informazioni riguardo l’intervento da eseguire che un esame diagnostico di imaging tralascerebbe.
I risultati ottenuti vengono ripresi in diretta e trasmessi sul “Wall of Knowledge”, vale a dire schermi ad alta definizione che circondano la sala operatoria. Su questi ultimi, attraverso un sistema di interconnessione con il database dell’ospedale, si può risalire alle cartelle cliniche dei pazienti, che diventano così consultabili in ogni momento dalle infermiere e dal personale in sala, oltre ai parametri vitali del degente e alle funzioni per gestire l’intervento. Grazie a questi sistemi integrativi, un operazione complessa può avvalersi del contributo di un ampia gamma di discipline, dalla radiologia alla neurochirurgia. Le sale operatorie di questo tipo, definite appositamente “ibride” definiranno un nuovo standard d’eccellenza nella medicina moderna.