La Storia di Maryam Mirzakhani, la Prima Donna Nobel in Matematica

Mercoledì 13 agosto, al Congresso internazionale dei matematici in corso a Seul, è stata insignita con la Medaglia Fields, considerata l’equivalente del premio Nobel per la matematica, Maryam Mirzakhani, 37 anni, ricercatrice e docente di matematica presso la Stanford University. Mirzakhani in questo momento vanta due primati: essere la prima donna e la prima cittadina iraniana a conquistare il premio Fields da quando questo è stato istituito, nel 1936.

Il tanto ambito premio, del valore si 15.000 dollari canadesi, viene conferito dalla International Mathematical Union (IMU) ogni quattro anni a quattro matematici, con età rigorosamente non superiore ai 40 anni, che si sono distinti per il loro lavoro e le loro scoperte, per un premio che segnala quindi le giovani promesse. Fino a mercoledì, tutti i 52 precedenti vincitori avevano sesso maschile.

Mirzakhani studia geometria e sistemi dinamici, in particolare la simmetria delle superfici curve, come le sfere e le superfici delle ciambelle. Studia anche la geometria delle superfici iperboliche e ha scoperto nuovi metodi per calcolare il volume di oggetti che presentano tale superficie, come ad esempio la sella del cavallo. Nella motivazione del premio, il Congresso dei matematici giustifica la scelta considerando Maryam “Dotata di una perfetta conoscenza di un ventaglio molto diversificato di tecniche e culture matematiche, vanta una rara combinazione di superbe capacità tecniche, ambizioni audaci, una visione di vasta portata e una profonda curiosità”.

La medaglia Fields, dal nome del matematico canadese John Charles Fields, è stata assegnata per la maggior parte ad americani e francesi. L’unico italiano ad esserne insignito è stato Enrico Bomberi, dell’Università di Pisa, nel 1974. Essa divenne popolare grazie al prof. Lambeau del film “Will Hunting – Genio Ribelle”, che valse l’Oscar a Robin Williams nel 1998. Oltre a Miriam, quest’anno il premio è stato consegnato anche ad Artur Avila, 35 anni, francese di origine brasiliana, per i suoi studi sull’evoluzione dei sistemi caotici sottoposti a determinati parametri, Manjul Bhargava, matematico canadese che ha compiuto 40 anni lo scorso 8 agosto, teorico dei numeri dell’università di Princeton e l’austriaco Martin Hairer, 38 anni, dell’università di Warwick, in Inghilterra, esperto di teoria delle equazioni stocastiche alle derivate parziali.

Dopo aver ricevuto il premio, Mirzakhani ha sostenuto: “Per me è un grande onore. Sarei felice se desse coraggio alle giovani scienziate e alle matematiche. Sono sicura che ci saranno molte altre donne che vinceranno questo tipo di premi nei prossimi anni”.

Laureata alla Sharif  University of Technology di Teheran nel 1999, prima di trasferirsi in America, conseguire il dottorato alla Harvard University nel 2004, diventare Research Fellow al Clay Mathematics Institute, assistente professore alla Princeton University e nel 2008 professore alla Stanford University,  Mirzakhani è stata alunna dell’Organizzazione nazionale per lo sviluppo di talenti eccezionali di Teheran, studiando fino alle superiori in una delle scuole femminili del circuito delle scuole Farzanegan. Nel 1994, a 17 anni, riceve le prime attenzioni internazionali vincendo la medaglia d’oro alle Olimpiadi internazionali della matematica di Hong Kong. Stesso risultato lo otterrà l’anno successivo alle Olimpiadi di Toronto, divenendo il primo studente iraniano ad ottenere il massimo punteggio. Nel 2009 ha ricevuto il Blumenthal Award for the Advancement of Research in Pure Mathematics, nel 2013 il premio AMS Ruth Lyttle Satter dell’American Mathematical Society e nel 2014 il Clay Research Award.

Da bambina Mirzakhani sognava di diventare una scrittrice, ma grazie al fratello crebbe in lei la passione per le scienze. “Aveva l’abitudine di raccontarmi cosa imparava a scuola. Il mio primo ricordo della matematica probabilmente è il momento in cui mi raccontò di come Gauss risolse velocemente il problema della somma dei primi cento numeri naturali. La soluzione mi parse molto affascinante. Quella fu la prima volta che mi divertii grazie ad una bella soluzione”, disse Mirzakhani in un’intervista. E ancora: “È divertente. È come risolvere un puzzle o collegare gli indizi in un caso investigativo. Sentivo che sarebbe stato qualcosa che avrei potuto fare e decisi di seguire questa strada”.

La matematica pura – la ricerca che indaga i concetti del tutto astratti della natura – potrebbe non disporre di un’applicazione immediatamente evidente. Nonostante l’ampiezza delle applicazioni del suo lavoro, Maryam ha sostenuto che la matematica pura la affascina per l’eleganza e la longevità delle domande che la porta a porsi.

“Non ho alcuna ricetta particolare,” ha detto Mirzakhani parlando del suo approccio allo sviluppo di nuove dimostrazioni. “Questo è il motivo per cui fare ricerca è impegnativo e interessante. È come perdersi in una giungla e, cercando di utilizzare tutte le conoscenze che si possono raccogliere per scoprire nuovi stratagemmi e un po’ di fortuna, riuscire a trovare una via d’uscita“.

Il lavoro che ha condotto finora potrebbe avere un impatto rilevante sulla fisica teorica, in particolar modo per spiegare le origini dell’universo e, vista anche la connessione con la teoria quantistica dei campi, avere applicazioni secondarie in ingegneria e scienze dei materiali. Per quanto riguarda la matematica, questo potrà avere applicazioni sugli studi dei numeri primi  e sulla crittografia.

“Il successo di Mirzakhani è estremamente simbolico e spero incoraggerà molte donne a cimentarsi nella matematica perché abbiamo veramente bisogno di più rappresentanti femminili”. Queste sono le parole pronunciate il 13 agosto da Ingrid Daubechies, presidente dell’International Mathematics Union.