Dieci anni nella vita di una persona sono un lasso di tempo in cui succedono tante cose. Dieci anni nella vita di un’impresa equivalgono alla somma di tante energie e speranze quanti sono i dipendenti di quest’azienda. Vite che si legano tra loro, sforzi accomunati da un obiettivo: lavorare e crescere con la propria impresa, all’interno di una comunità. Le banche sono anch’esse delle realtà aziendali e in dieci anni hanno visto cambiare tanti aspetti, forse troppi. Il mondo occidentale ha assistito a scandali e crisi, che hanno portato alla morte di un mito. Le banche, intese come motori dello sviluppo socio-economico di un Paese, si sono trasformate in carnefici dei sogni di milioni di persone. Risparmiatori che hanno visto i loro soldi sfumare nel nulla e con essi la fiducia in un sistema. Imprenditori che si sono sentiti da un giorno all’altro traditi e non più sostenuti da chi fino a poche ore prima era uno dei supporter delle loro idee. Uno dei pilastri del tessuto socio-economico mondiale si è indebolito sempre più, fino a crollare durante la crisi del 2008. Ai CEO delle principali banche mondiali non è rimasto molto da fare, se non andare in giro per il mondo a ricostruire l’immagine dei propri istituti.
Al contempo nuove e più stringenti regolamentazioni sono state implementate per disciplinare un settore tanto importante per l’economia e troppo spesso al centro di scandali finanziari e non. L’aumento della severità delle norme ha vincolato maggiormente l’operato delle principali banche mondiali, che hanno assistito contemporaneamente a un ampliamento della concorrenza da parte degli istituti di credito locali. Tutto questo ha generato una diminuzione dei profitti, che non ha soddisfatto gli azionisti dei principali gruppi di credito al mondo. La risposta dei CEO è stata quella di alleggerire la struttura dei costi, andando a disinvestire da tutti quei mercati che non garantivano ritorni soddisfacenti sugli investimenti. Banche come Barclays, HSBC e Citigroup hanno iniziato ad eliminare il retail banking in molti Paesi come Messico, Italia, Spagna, Francia. Il sogno di creare un sistema di retail banking mondiale ha subito una battuta di arresto.
In futuro molte delle banche mondiali disinvestiranno sempre più in quei mercati che non garantiscono ritorni sufficienti o che sono eccessivamente competitivi. In una logica di massimizzazione dei profitti agli istituti di credito conviene alleggerire la struttura dei costi. Insomma, il sogno di un retail banking mondiale che offra servizi in diretto contatto con le persone aiutandole e supportandole nei loro progetti è diventato obsoleto in dieci anni. Ma è il sogno ad essere sbagliato oppure il metodo con cui è stato inseguito fino ad ora? Le banche sono imprese e, in quanto tali, dovrebbero tornare a vivere con e per le persone che le formano.