Il Libro È Sempre Meglio del Film?

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Una delle certezze dalla vita è che il libro è sempre meglio del film.

Gli adattamenti cinematografici di Hollywood hanno spesso deluso i lettori più affezionati: basti pensare a Dorian Gray (2009), nella quale non è stato rispettato lo sviluppo della storia, magistralmente scritta da Oscar Wilde nel 1890, per avvicinare il film agli stereotipi che al classico inglese; o ancora Io sono Leggenda (2007), film del regista Francis Lawrence tratto dall’omonimo romanzo di Richard Matheson, nel quale l’unica similitudine con il libro è l’ambientazione in un mondo colpito da un’epidemia che trasforma la popolazione in bestie feroci e fotofobiche.

io sono leggendaLa storia del cinema è costellata di errori causati da esigenze di budget, che hanno costretto molti registi a tagliare alcuni personaggi come è accaduto nella saga di Harry Potter con i genitori di Voldemort, antagonista del giovane mago, uno scivolone imperdonabile dai fan di J.K. Rowling. Ma, probabilmente, la delusione più grande arriva quando il film non esprime il vero spirito del romanzo, di cui Guida Galattica per gli Autostoppisti è il primo esempio delle 42 pellicole che si potrebbero citare.

Il generale disappunto dei lettori amanti del cinema nei confronti di Hollywood inizia a svanire gradualmente quando si leggono le recensioni entusiaste della versione cinematografica del capolavoro di Tolkien Il Signore degli Anelli. Il regista Peter Jackson è tra i primi illuminati che si rende conto quanto sia importante rendere giustizia alla fonte d’ispirazione e, soprattutto, rispettare le aspettative altissime della comunità letteraria, la cui immaginazione formatasi sulle pagine dei romanzi sarà sempre preferita alla pellicola.

alice in wonderlandÈ da qualche anno, infatti, che si sta affinando la sensibilità del cinema anche grazie agli innumerevoli adattamenti prodotti: da Anna Karenina alla versione burtoniana di Alice nel Paese delle Meraviglie, passando per Vita di Pi e La Teoria del Tutto. È una corsa all’ultimo libro, all’ispirazione per creare il capolavoro dell’anno o un’opera degna del Premio Oscar, come il caso del 2017 La La Land.

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Hollywood, tuttavia, è consapevole che un buon libro non è sinonimo di qualità al cinema: le variabili da decifrare sono tante da non poter essere codificate neppure dalla macchina di Turing, che a suo tempo ha fatto la storia decifrando i codici dei nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

la-la-landMa al di là della narrativa cinematografica, lo stretto legame tra Hollywood e le librerie che implicazioni avrà sull’economia libraria e dei botteghini?

Gestione del rischio

Come è facile immaginare, è più semplice produrre il degno erede de Il Trono di Spade se il punto di partenza è una storia già scritta e conosciuta da un vasto pubblico. Le maggiori difficoltà, come afferma il produttore Hawk Otsby, s’incontrano nella vendita di un bestseller originale, che non abbia collegamenti con un materiale già popolare e riconoscibile.

game of thronesPerciò, per fronteggiare colossi come Netflix il pubblico deve conoscere la storia. Inoltre, il rapido sviluppo delle tecnologie ha innalzato l’asticella delle aspettative per effetti speciali sempre più realistici: esigenze commerciali che, di contro, fanno lievitare i budget. A tal proposito, Michelle Loveretta, creatrice di Lost Girl, afferma:

Un pubblico che si può conquistare solo se il produttore comprende la differenza tra un libro adatto a uno show televisivo, come può essere The Walking Dead, e uno perfetto per il grande schermo, in stile Shutter Island.

I vantaggi dell’on-demand

Il successo delle serie TV, maggiormente fedeli al romanzo, è la prova dell’esistenza di un’opportunità di mercato: la televisione offre, infatti, la possibilità di sviluppare storie complicate e imponenti senza dover rinunciare a dettagli o personaggi indispensabili alla narrazione.

Inoltre, l’avvento di cofanetti DVD e servizi di streaming ha modificato la produzione degli show. Se qualche anno fa lo spettatore riusciva a guardare un episodio di Law and Order senza conoscere il prologo, adesso gli standard imposti lo costringono a seguire la serie dall’inizio per poter comprendere lo sviluppo della narrazione.

binge watchingQuesto ha permesso di formare nuove abitudini nell’intrattenimento anche grazie alle tecnologie. Gli episodi hanno, infatti, diverse durate che oscillano dai 22 ai 44 minuti, il profilo dei personaggi è delineato in ogni sua parte e la resa complessiva ci guadagna in qualità.

Da ciò i produttori creano una base di fan consolidata e affezionata, disposta a seguire eventuali spinoff e a contagiare nuovi telespettatori. Sono solo alcuni fattori che spiegano le crescenti iscrizioni a servizi come Netflix, HBO e Amazon, che fanno entrare l’utente in un mondo in cui il binge watching è lo sport nazionale.

Per i libri?

Finora si è parlato solo dei benefici per gli schermi, grandi e piccoli. L’editoria cosa trae da questo nuovo business?

Il mercato editoriale si fonda sui margini: alcuni autori, come J.K. Rowling, garantiscono vendite continuative nel tempo al contrario di altri scrittori minori. I bestseller, perciò, bilanciano i profitti.

harry potterGli adattamenti cinematografici permettono di raggiungere un numero maggiore di lettori, come spiega l’editore di Penguin Random House Scott Shannon:

Un’ottima trasposizione sullo schermo funge da sponsor per il genere letterario: Il Trono di Spade per il fantasy o Il Commissario Montalbano per i gialli polizieschi.

Shannon spiega poi:

Ottime notizie, quindi, per il settore dell’entertainment: la storica guerra tra i diversi media sembra giunta a un trattato di pace, nel quale la collaborazione fa brillare tutti i protagonisti della storia. Né vincitori né vinti: la qualità al primo posto.