Chi pensava che lo scandalo emissioni che ha coinvolto nell’autunno scorso la Volkswagen potesse mettere in crisi il gigante tedesco, rimarrà deluso. Stando ai dati relativi alle vendite del 2015, il marchio tedesco ha registrato l’anno scorso un +1,9% in Europa. In Germania con un +3,9% (con un piccolo cedimento a gennaio -8,8%). In Italia addirittura le vendite sono aumentate. Se il 2015 Volkswagen nel nostro Paese ha chiuso in positivo con un +8%, ad inizio anno il marchio ha preso il volo superano quota 20% (circa 2mila auto in più, la maggior parte comprate da privati).
Come mai?
Come si spiega questo incremento delle vendite al netto dello scandalo emissioni? “Per molti clienti il capitale di fiducia accumulato da Volkswagen, è tale da assorbire il colpo subito” afferma al Corriere della Sera, Leonardo Buzzavo, docente di Strategie di Marketing all’Università Cà Foscari di Venezia. “Molti clienti, inoltre, sono abituati a differenze anche importanti tra i dati teorici di omologazione e quelli effettivi, si pensi a quanto accade con i consumi dichiarati”. Come a dire: delle manipolazioni non ci importa nulla.
E negli Stati Uniti?
Se in Europa non c’è stato un effettivo calo delle vendite, diverso è il caso degli Stati Uniti dove lo scandalo emissioni è stato molto sentito dall’opinione pubblica. Nel 2015 le vendite delle auto Volkswagen sono scese del 4,8% e a gennaio di un ulteriore 14,6%. Solo la Golf si è salvata (non a caso è risultata la seconda auto più venduta al mondo nel 2015 dietro all’imbattibile Toyota Corolla).
Il problema titoli
Lo scandalo emissioni non è stato indolore per Volkswagen, soprattutto sul lato economico. Restano da ri-convincere gli azionisti a puntare sul marchio tedesco. A Francoforte il titolo è passato da una quotazione pre scandalo di 167 euro a poco più di 100 euro. Insomma, la ferita è ancora aperta