Il dipartimento governativo britannico del CMA (Competition and Markets Authority) ha accusato cinque delle maggiori agenzie di moda del Regno Unito di reati quali manipolazione del mercato, collusione e price fixing.
Dopo una serie di controlli risalenti ad agosto scorso, eseguiti negli uffici delle società imputate, nella giornata di ieri CMA ha rilasciato una dichiarazione in cui accusava FM Models, Models 1, Premier, Storm e Viva di aver concordato fra aziende facenti parte dello stesso settore di mercato un’uniforme politica dei prezzi, attraverso lo scambio di “informazioni confidenziali, competitivamente sensibili, incluso future previsioni comuni”. Simili accordi sono stati sottoposti all’esame dei competenti organi previsti dalla legge per garantire la libera concorrenza ed evidentemente la gestione delle agenzie, dall’aprile 2013 al marzo 2015, presentava alcune irregolarità. Nessuna delle agenzie ha ancora rilasciato una dichiarazione pubblica riguardante la revisione della CMA, ma probabilmente non si faranno attendere. Storm ha tutt’oggi sotto contratto modelle di fama internazionale come Kate Moss e Jourdan Dunn, mentre la modella-attrice Cara Delevingne era legata all’agenzia fino allo scorso anno; Premier invece ha gestito nel passato recente nomi come Naomi Campbell e Cindy Crawford. Una delle agenzie incriminate invece, FM Models, è fallita a gennaio.
CMA ha anche asserito che la stessa Associazione delle Agenzie di Modelle (AMA) era direttamente coinvolta nella manipolazione del mercato, giocando “un ruolo cruciale nell’accordo”. Secondo l’inchiesta, AMA inviava delle email denominate “AMA Alerts” che presumibilmente “incoraggiavano le agenzie di moda a respingere le tariffe offerte da clienti e negoziare con loro un prezzo più alto”.
Stepehn Blake, Senior Director dell’organo governativo che vigila su associazioni criminali, ha affermato:
«Le accuse riguardano i prezzi imposti ad una precisa gamma di clienti, incluse grandi catene di abbigliamento, venditori al dettaglio e marchi meno celebri. Queste cinque agenzie hanno cercato di ottenere dei prezzi più alti nelle trattative con i loro clienti invece di lasciarli liberi di competere. Questo è il primo caso di assoggettamento del mercato da parte di industrie creative, una parte importante dell’economia del Regno Unito. Il nostro compito è difendere strenuamente un mercato con un sana concorrenza, poiché la competizione negli affari ha benefici per i consumatori e per l’economia, tenendo i prezzi bassi e incoraggiando le imprese a migliorare nella qualità e ad essere più efficienti. Queste sono soltanto indagini preliminari e nessuna conclusione può essere tratta fino a quando non saremo certi che ci sia stata in effetti una violazione del diritto della concorrenza e quindi un’infrazione della legge.»
Se CMA dovesse verificare questi illeciti, le agenzie di moda possono essere multate fino al 10% dei loro ricavi.