Mai come oggi il mondo dell’informazione è risultato così pluralista, sia nei modi di fruizione della notizia, sia nella proposta, un vero e proprio overbooking caratterizzato principalmente dal boom del giornalismo online, che dal 2003 ad oggi è cresciuto, in Italia, da 145 testate a più di 2000.
Nel contempo la media di lettura di quotidiani è scesa progressivamente, soprattutto per le fasce d’età più giovani: se nel 2006, il 67,8% dei giovani tra i 20-24 anni dichiarava di leggere i quotidiani almeno una volta a settimana, nel 2013 i fedeli della pagina stampata erano scesi al 49,1%.
Eppure oggi, a Milano, farà la comparsa un nuovissimo freepress, MiTomorrow, una sfida diversa e tutta particolare, come ce la descrive Christian Pradelli, Direttore esecutivo.
Innanzitutto, cosa uscirà oggi?
Un giornale free con la caratteristica principale di una uscita pomeridiana e con un titolo che già spiega tante cose: 20 pagine dedicate interamente a Milano che anticiperanno di 18/24 ore quello che avverrà nella città il giorno dopo, con eventi, avvenimenti, approfondimenti costanti dedicati a Expo e consigli su come vivere Milano, dove trovare i posti più low cost e i migliori locali per un aperitivo, cena o dopocena. Un vero e proprio vademecum che permette di scegliere, di avere una lettura diretta, snella, non infarcita di politichese, con la leggerezza di prepararsi al giorno dopo. Oggi partiremo con un saluto del sindaco Pisapia, che ci ha tenuto a fare l’inboccallupo a questo progetto.
Dove lo possiamo trovare?
La distribuzione sarà di 120mila copie e avverrà principalmente davanti alle Università, e in particolare davanti all’Università Cattolica dove, visto l’argomento, il target e magari la possibilità un giorno anche per gli studenti di collaborare con MiTomorrow, abbiamo scelto di stabilire la nostra sede, proprio in Largo Gemelli dove, da quel che mi risulta, un’offerta del genere sarà del tutto nuova.
E poi ovviamente pagine Facebook, profili twitter…
No, abbiamo una strategia diversa.
Un nuovo modo di usare i social network?
Abbiamo deciso di non aprire pagine social: non avremo un profilo Facebook, Twitter o Instagram, ma saremo in rete attraverso gli hashtag. La nuova frontiera è far “virare” un hashtag, perché un hashtag virale è sinonimo di tendenza: e MiTomorrow punta ad essere di tendenza.
Tendenza, ma con un mezzo, la carta stampata che sembra in crisi. Non è un rischio?
Il progetto è una novità e puntiamo su questa come arma vincente. Innanzitutto l’uscita pomeridiana in una città come Milano, che soprattutto nell’anno dell’EXPO, diventa sempre più la “città del giorno dopo”, è una forza che ci distingue. E poi chi vede MiTomorrow vede un giornale che non ha mai visto prima, a partire dalla grafica, molto colorata e intuitiva, e con uno stile giornalistico accattivante.
Ci anticipi qualche scelta grafica?
L’oroscopo, per esempio, legato all’immagine iconica della nostra città. Al posto delle classiche stellette, ci saranno 5 parti di Milano che rappresentano in modo divertente e chiaro come andrà la tua giornata. Lasciando stare gli intermedi, il top è rappresentato da piazza Gae Aulenti, simbolo della nuova Milano e il flop, inevitabilmente, il traffico in tangenziale.
Simpatico, ma già nel passato ci sono stati progetti analoghi che sono naufragati
Ciò è dovuto, a mio avviso, al fatto che una volta ci si strutturava in redazioni elefantiache e ingestibili. La forza di MiTomorrow, sarà quella di un gruppo di collaboratori giovani, liberi professionisti che incanalano nel giornale la propria esperienza nel settore. Una redazione snella, che sappia scrivere di tutto, dagli eventi, alla musica, allo sport. Il tutto coordinato da una amministrazione snella, una società giovane, PRADIVIO, acronimo dei cognomi dei tre cofondatori, Christian Pradelli, Pier Maurizio Di Rienzo e Alessio Viola.
Ma se volessi fare un progetto simile in un’altra città che difficoltà incontrerei?
Ti posso dire quali non sono le difficoltà: nessuna. Le difficoltà le trovi a più livelli, come dicevi tu soprattutto in una contingenza editoriale di crisi in Italia e nel mondo. Ma come ti ho già detto noi abbiamo dei punti di forza che secondo me risulteranno vincenti. Per quanto riguarda le risorse, noi partiamo con una redazione di 11 collaboratori, e gli investimenti iniziali, a dire la verità, non sono poi così diversi da quelli che una qualunque StartUp deve affrontare se vuole basarsi su un buon capitale sociale.