Naturalmente non sanguina per davvero, come abbiamo provocatoriamente scritto nel titolo. Eppure guardando le immagini (e i più fortunati dal vivo) la meraviglia di questo fenomeno naturale l’impressione che abbiamo avuto è proprio quella: che qualcuno avesse inferto una pugnalata mortale ad un’estremità del ghiacciaio Taylor, in Antartide.
(foto: Peter Rejcek, Wikimedia Commons)
L’episodio, in realtà, si ripete ciclicamente ed ha una spiegazione assolutamente scientifica: il manto terrestre su cui poggia l’attuale struttura del ghiacciaio è in realtà un vecchio bacino lacustre ricco di acqua salatissima. Lo stesso è nato dal ritiro delle acque marine che inizialmente, nell’epoca del miocene, vi si stabilirono, lasciando sul fondo i residui. Quando il sale, unito ad altri biologici tra cui il ferro, viene a contatto con le acque pure (di tutt’altra composizione) che vi poggiano sopra, l’effetto è proprio un dissanguamento di quella che in realtà è pura e semplice acqua. Va riconosciuto, questo sì, che l’assistere a questo fenomeno se è di sicuro interesse culturale è anche certamente inquietante. E’ facile accorgersi come il colore risultante sia proprio quello dell’emoglobina umana.
(foto: Wikimedia Commons)
Queste “cascate di sangue” vennero scoperte la prima volta nel 1911 da Griffith Taylor, a cui successivamente è stato dedicato il ghiacciaio. Ancora oggi, quando i materiali ferrosi nell’acqua vengono a contatto con l’aria si ossidano, dando vita al fenomeno della ruggine che poi è il colore che, fondamentalmente, contraddistingue l’acqua in uscita. Per gli scienziati è un vero colpo di fortuna perché, il fatto che sia un fenomeno occasionale, gli consente di approfondire le ricerche senza dover perforare la massa ghiacciata. Nel tempo hanno scoperto che il lago sottostante (ipersalato e freddissimo) è custode di 17 diversi tipi di microorganismi, ognuno dei quali ha vissuto per millenni senza luce né ossigeno.
(foto: redditfun)