Il 23 giugno 2016 il Regno Unito, con un referendum, ha deciso di abbandonare l’Unione Europea iniziando il processo che tutti noi ormai conosciamo come Brexit. L’uscita tuttavia non sarà immediata, occorreranno circa due anni per negoziare il nuovo status come previsto dall’articolo 50 del Trattato UE.
Gli impatti della decisione riguardano diversi settori, tra cui quello finanziario di cui Londra è uno dei principali hub mondiali. Numerose istituzioni finanziarie hanno la necessità di essere all’interno del mercato unico europeo, di conseguenza è d’obbligo lo spostamento dalla City verso altre potenziali città europee, tra cui anche Milano.
Ma quali sono le effettive opportunità che il capoluogo lombardo potrà cogliere?
L’occasione del secolo è sicuramente la London Clearing House (LCH), Camera di compensazione più grande al mondo che gestisce il 75% del mercato OTC (Over The Counter) e da cui transitano giornalmente circa 800 miliardi di euro. La Banca Centrale Europea ha la necessità di mantenere sotto il proprio controllo volumi di attività così elevati e quindi il trasferimento da Londra dell’Euroclearing è praticamente dato per scontato.
London Clearing House è controllata dal gruppo London Stock Exchange (LSE), la quale controlla anche Borsa Italiana e la Cassa di Compensazione e Garanzia. Trasferendo da Londra a Milano sarebbe sostanzialmente possibile per LSE mantenere profitti e ricavi della cassa di compensazione a Londra mentre Milano otterrebbe il gettito fiscale (previsto per circa 9 miliardi di Euro), nuovi posti di lavoro (circa 11mila) e un contributo al PIL (compreso tra 30 e 40 miliardi).
Sul fronte italiano diversi policy-maker si stanno muovendo per cogliere quest’opportunità, il 18 ottobre sarà discussa in Commissione Finanze, su iniziativa del suo presidente on. Maurizio Bernardo e del Comitato Select Milano, una proposta di legge “legge speciale per Milano” per creare delle agevolazioni a livello fiscale che favoriscano gli investimenti esteri verso la città lombarda.
La London Clearing House tuttavia, non è la sola opportunità per Milano, durante gli ultimi mesi numerose istituzioni finanziarie e multinazionali si sono spostate verso la città con l’apertura di nuovi uffici. Tra le ultime abbiamo Vanguard, colosso americano del risparmio gestito (secondo solo a BlackRock) con 3.500 miliardi di dollari in asset gestiti, che arriverà presto in Porta Nuova; la borsa Euronext, con oltre 330 società quotate è il più grande gestore al mondo di società medtech; J.P. Morgan, già presente nella città sta cercando nuovi uffici per espandersi, continuando con Merril Lynch, Amundi, Citi Group e molti altri. L’intento comune è quello di mantenere sede legale in Paesi (europei) con tassazioni più favorevoli rispetto all’Italia (es. Irlanda), trasferendo invece le operazioni distribuendole nelle principali capitali del continente.
Bisogna citare anche tutte le multinazionali già presenti ed in espansione come Amazon (con un nuovo quartier generale in zona Porta Nuova che prevede circa 700 nuove assunzioni), Microsoft, Samsung, Google, Apple, Facebook, Alibaba, Tencent ecc.
Per noi studenti si sta delineando effettivamente un ambiente molto interessante e sicuramente pieno di opportunità, ma allo stesso tempo altamente competitivo, dove non basterà più il semplice e mero “titolo” ma saranno importanti le esperienze che contraddistinguono il singolo, soft-skill e dinamicità. L’attività all’interno di una Junior Enterprise è una di queste e può essere un ottimo punto di distinzione, tenendo conto che nelle principali università italiane ci sono in media 20-30 Junior Entrepreneur su migliaia di studenti. Forse, tra qualche anno, non sarà più necessaria una “fuga di cervelli” all’estero per lavorare nelle cosiddette Over The Top.
Lorenzo Avello
IT Consultant