Arriva direttamente dalla Corea del Sud il nuovo robot capace di capire ed applicare i manuali di volo, Pibot.
Il 2023 è stato l’anno dell’intelligenza artificiale. E se dovesse continuare sulla stessa strada, lo sarà anche il 2024. L’ultima novità in capo AI è Pibot, robot umanoide sviluppato dai ricercatori della Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST) che è in grado di pilotare gli aeroplani grazie alla capacità di maneggiare la Large Language Model (LLM), un modello linguistico che permette allo stesso Pibot di comprendere i manuali di pilotaggio.
David Hyunchul Shim, professore di ingegneria elettrica della KAIST e responsabile del gruppo di ricerca sudcoreano, ha esaltato le caratteristiche innovative di Pibot, che va molto oltre il pilota automatico. Quest’ultimo, infatti, non è in grado di accendere e spengere il motore, decollare ed atterrare autonomamente in sicurezza. Pibot ne è in grado in quanto può consultare immediatamente i manuali di funzionamento dell’aereo e le procedure del Quick Reference Handbook (QRH). Sono le procedure che hanno permesso al capitano Chesley “Sully” Sullenberger di salvare 155 tra passeggeri e membri dell’equipaggio il 15 gennaio 2009 con un ammaraggio sul fiume Hudson, a New York. Il vicecapitano Jeffrey Skiles non avrebbe mai avuto a disposizione il tempo necessario di consultare il manuale e così Sullenberger si dovette fidare delle proprie capacità, salvando infine tutte le anime sul volo 1549 della US Airways. Pibot potrebbe consultare, capire ed applicare nello stesso momento le situazioni di emergenza, rendendo ancora più sicuri i voli.
Si pensi poi al risparmio con un eventuale taglio del secondo pilota. Era agosto 2022 quando i vettori aerei ricominciarono a premere l’acceleratore sul pilota unico per ridurre i costi del lavoro sui voli. Scrissero alla IATA (International Air Transport Association) di valutare alternative all’uomo, senza compromettere la sicurezza. Ha fatto eco l’EASA, l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, tramite il finanziamento di uno studio da 930 mila euro con il fine di indicare quali tecnologie possano coadiuvare il pilota unico quando quest’ultimo commetta un errore o sia stanco/addormentato o sia colpito da un malore o da un crollo psicologico.
Pibot, qualora le tecnologie si evolvano sempre di più in maniera efficiente e sicura, potrebbe essere una vera e propria manna dal cielo per i vettori e rappresentare un nuovo, grandioso passo in avanti per l’utilizzo di tecnologie alimentate da propria intelligenza.