“Trasformare momenti importanti in gioielli con un design riconoscibile ed un’identità forte. E che siano sinonimo di artigianalità e Made in Italy”. E’ questo l’obiettivo, ambizioso, che si prefigge Quid, startup nata dall’intuizione di Cristiano e Barbara Oppo, due fratelli campani che per oltre dieci anni hanno lavorato per una grande multinazionale europea come unici distributori italiani di diamanti russi. Noi di Smartweek li abbiamo intervistati per voi.
Cristiano, ci spieghi come è nata l’idea di Quid?
Quid è nata dalla fusione di un’esigenza e un evento curioso. Mi spiego meglio. Fino a due anni fa ero il distributore nazionale di un’azienda di diamanti di Anversa: noi, nello specifico, commercializzavamo la materia prima (quindi il diamante tagliato, che veniva successivamente venduto alle aziende). Sono arrivato ad aprire tre uffici, tra cui uno a Roma, per questa distribuzione. La crisi, però , non ha tardato a farsi sentire e i margini di guadagno erano diventati troppo bassi, mentre i costi di gestione continuavano a crescere. Era presente, quindi, l’esigenza forte di vendere un maggior numero di diamanti, ma non semplicemente come materia prima. L’intento era quello di dare un valore aggiunto. E il valore aggiunto, per me, era ed è rappresentato dalla personalizzazione. A questa esigenza si era unito, poi, un evento curioso: il giorno in cui ho deciso di regalare un anello di diamanti alla mia fidanzata. Considerato che i diamanti li vendevo e commercializzavo, il mio gesto fu ritenuto “banale” e privo di personalizzazione. Da qui è nata l’idea di personalizzare il gioiello, già di valore, con una data o una frase unica che ricordasse un momento bello o importante della propria vita per dare un valore aggiunto ed un tratto di unicità al proprio regalo.
Come nasce questa personalizzazione?
L’aspetto più importante risiede nella fase di progettazione, che parte proprio da un disegno su carta, per poi proseguire con la fase di creazione di un prototipo e infine con la realizzazione finale. La progettazione e la realizzazione di una vera e propria scultura nel metallo (non parliamo quindi di semplici incisioni) sono il cuore della nostra attività. Al cliente finale arriva quindi il risultato della nostra progettazione e di un processo in cui la stampante 3D è parte integrante (sono 3 le stampanti 3D in uso ndr). In particolare, tutte le fasi richiedono una sinergia e maestria assoluta tra la mano d’opera specializzata e l’alta tecnologia per ottenere uno standard qualitativo altissimo. Dobbiamo sottolineare, inoltre, che il classico artigiano gioielliere avrebbe serie difficoltà tecniche a realizzare la stessa tipologia di gioielli QUID, considerando anche i costi alti e le tempistiche eccessivamente lunghe a cui andrebbe incontro. Per questo l’utilizzo delle stampanti 3D è un fattore importantissimo nella realizzazione dei prodotti. Ovviamente, ci tengo a sottolineare, che la personalizzazione è nell’ambito del design che proponiamo noi.
Questa personalizzazione si è trasformata in tre linee di prodotto. Ce le puoi descrivere?
Si noi abbiamo tre linee con tre fasce di prezzo per dialogare con tre mercati diversi:
– Quid Fancy: basico, vuole interessare una fascia d’età che va dai 18 ai 25 anni. I materiali utilizzati sono alternativi e la fascia di prezzo è economicamente bassa tra i 20 ai 115 euro.
– Quid Essence: il metallo utilizzato è il bronzo impostato su design ricercato e sulle galvaniche, la fascia interessata va dai 25 ai 45 anni, i costi vanno dai 129 ai 600 euro.
– Quid Plus: non ancora commercializzabile. Verranno utilizzati metalli nobili come l’argento e oro (con aggiunta di pietre naturali). I prezzi partiranno dai 1.500 euro a salire.
Vendete solo online?
Sì noi vendiamo solo online. Tra i progetti in fieri ci sono le cosiddette digital station: vetrine con tablet collegate ai nostri siti presenti in gioiellerie dove il cliente potrà toccare con “mano” l’oggetto che vuole comprare.
Il mercato dell’e-commerce in Italia è ancora acerbo. Pensate di espandere il vostro business anche all’estero dove il mercato è più florido?
Sicuramente. Nel nostro mirino ci sono i Paesi del Nord Europa. C’è un grande interesse, inoltre, per i Paesi dell’estremo Oriente, come la Corea, dove c’è un forte gusto per l’artigianalità italiana e credo che lì il mercato sia pronto per accogliere anche un brand come il nostro. L’unione tra artigianalità e personalizzazione è fondamentale per proporsi ai Paesi esteri e anche nei confronti degli Stati Uniti e il futuro, per noi, è lì, fuori dall’Italia.