Ricordi & Balocchi, Milano Riscopre il Fascino del Giocattolo d’Epoca

Negozio ricco di giocattoli d’epoca da una parte, clinica-laboratorio in cui restaurare bambole antiche dall’altra. Tutto questo (e molto altro) è Ricordi&Balocchi, una tanto piccola quanto storica attività commerciale situata nel centro di Milano, guidata da Giorgio Crippa, collezionista e architetto, e sua moglie Elfriede Buhler, insegnante e restauratrice.

ricordi balocchi
Il fascino dello stupore di un bambino davanti al giocattolo dalle forme e movimenti inaspettati con l’emozionante ricordo del gioco degli adulti sono alla base di tutto. La consapevolezza che si tratti di molto di più, però, è lo spirito che ha guidato i due a diventare, da oltre trent’anni, il vero punto di riferimento italiano per l’acquisto, la vendita e la riparazione di bambole e giocattoli da collezione.

Autentici appassionati e collezionisti, Crippa e sua moglie hanno creato, unica nel suo genere, un’oasi di vere emozioni nel deserto arido dei giocattoli moderni. Con competenza, passione e serietà offrono consulenze, valutazioni per vendite e acquisti di bambole d’epoca, giocattoli in latta e legno e, inoltre, la signora Elfride cura personalmente un prezioso servizio di “ospedale della bambola“, con riparazioni e restauri nel rispetto delle antiche tradizioni artigianali.

Emblema della loro passione è il sonetto in rima (regalo di Luigi Santucci) che campeggia in vetrina e sul loro sito web, e qui ci prendiamo la libertà di riportarlo come introduzione alla piacevole chiacchierata che ci siamo fatti nel loro negozio di via Donizetti 2, nel centro di Milano (02 5511786, info@ricordiebalocchi.com).

Che cos’è questa rara mercanzia
che v’invita a sostar dalla vetrina?
Questa bottega vende “nostalgia”,
vi fa tornare l’anima bambina.

Son bambole, pupazzi, soldatini 
che un tempo i nostri nonni han deliziato;
ma piaceranno adesso ai nipotini
perchè narran la fiaba del passato.

Questa è un’oasi minuscola di sogno
per voi che nel frastuono camminate.
D’un poco di memoria c’è bisogno:
Elfriede e Giorgio vi dicono “Entrate!”

Quando e come nasce la passione per i giocattoli d’epoca?
“Tutto è nato dal nostro incontro ad una manifestazione organizzata presso la sede della Kartell sul giocattolo didattico. Entrambi li progettavamo e realizzavamo sia in legno sia in carta. Ci siamo trovati con due stand vicini nel lontano 1978: quasi subito abbiamo unito le due attività, dapprima come soci, poi il rapporto si è stabilizzato. Abbiamo creato, quindi, la nuova ditta, Giochi Didattici Milano Centrale, che riuniva le nostre idee e realizzazioni, diverse ma complementari. Devo dire che in quel periodo abbiamo avuto un notevole successo, anche di vendite, compatibilmente con le limitate capacità produttive di allora; i nostri giochi sono stati pubblicati sulle principali riviste di architettura e design e sono stati, tra l’altro, esposti anche alla Triennale di Milano.

Tuttavia, dal momento che era solo un lavoro artigianale, i profitti erano limitati ma l’entusiasmo, quello era grande. C’è anche da considerare che insegnavamo in istituzioni diverse e avevamo un tempo limitato da dedicare alla progettazione e alla produzione. Però quella fase pionieristica della nostra attività ci ha permesso di conoscere e sperimentare materiali e tecniche di lavorazione sempre migliori, avviando una piccola ma sicura rete di distribuzione collegata alla Città del Sole e all’Unicopli. Nel frattempo, abbiamo sviluppato una ricerca sul giocattolo, acquistando gli esemplari vecchi e curiosi che trovavamo nei mercatini approfondendo i vari meccanismi del movimento e le soluzione estetiche.

In conclusione, possiamo affermare che la passione si lega all’insegnamento e alla volontà di fare una progettazione sociale, capace di far divertire in modo intelligente e stimolante”.

Via Donizetti 2, il negozio Ricordi e Balocchi del signor Giorgio Crippa

Quando avete capito che poteva diventare un lavoro?
“Conoscendo l’ambiente scolastico, ne intuivamo il bisogno e l’abbiamo fatto d’impulso, anche perché non avevamo la necessità di ricavarne un profitto immediato, inoltre disponevamo di uno spazio adatto per attrezzare il laboratorio. Economicamente non è stato vantaggioso, ma ci ha consentito di esplorare un mondo nuovo, comprese le sue problematiche commerciali: i saloni, i contatti, i collaboratori, i fornitori. Questo ci ha permesso di conoscere tutto l’ambiente e anche i trucchi del mestiere”.

Quando e come nasce Ricordi & Balocchi?
“Siamo passati da un artigianato creativo con i giocattoli didattici a un artigianato puro. Negli anni Ottanta i giochi didattici in legno hanno avuto un rapido calo e le varie problematiche del mercato ci hanno messo in difficoltà. Ma grazie alle mie conoscenze nel campo dell’architettura, siamo riusciti a diversificare la nostra attività: ci siamo indirizzati verso l’artigianato di qualità in legno realizzando, per più di dieci anni, molti plastici di architettura; ed è stato a quel punto che si è iniziato a guadagnare grazie agli incarichi molto più facili da gestire. Inoltre, abbiamo affinato  tecniche di lavorazione che prima erano solo abbozzate.

Però, con Tangentopoli e Manipulite, non si realizzava più nulla: così dopo un anno e mezzo senza incarichi, abbiamo deciso di focalizzarci sulla nostra passione: la collezione del giocattolo d’epoca.

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Avevamo di base una raccolta involontaria che piano piano è diventata una ricerca sempre più consapevole, di bambole da parte di mia moglie e giocattoli da parte mia. Abbiamo, così, iniziato a valorizzare la nostra collezione che si andava arricchendo rapidamente, approfondendo lo studio della storia del giocattoli negli ultimi due secoli.

La collezione ha iniziato ad essere esposta in varie mostre, con articoli e pubblicazioni ed è servita per promuovere il collezionismo e la conoscenza del  gioco antico come testimone dell’evoluzione tecnica e culturale del nostro passato prossimo.

A un certo punto, constatato il crescente interesse, è nata l’esigenza di commercializzare i giocattoli: quindi, abbiamo unito le competenze apprese in passato con le nuove necessità e, trovato lo spazio adatto vicino alla nostra abitazione, abbiamo dato vita a Ricordi & Balocchi che ora sta per compiere i suoi primi vent’anni”.

Quali sono i valori su cui si fonda la vostra attività?
“A parte l’aspetto commerciale e il fascino sorprendente che ancora i vecchi giocattoli trasmettono agli occhi delle persone sensibili e curiose, ci piace l’idea di pensare che, se è vero che nulla si crea ma tutto si trasforma, per fare ciò occorre conoscere e pertanto serve preservare la memoria ed è questo uno dei fini del collezionismo.

In questo senso il giocattolo rappresenta certamente una testimonianza ricca di stimoli e suggestioni positive per chi le sa cogliere non solo perché richiama a momenti di gioia ma anche per la sorprendente genialità delle invenzioni che quasi sempre rivela. Che tanta creatività e lavoro siano stati impegnati per far divertire i bambini, è forse il valore che ancor oggi dopo molti anni ci intriga di più”.

Via Donizetti 2, il negozio Ricordi e Balocchi del signor Giorgio Crippa

Che genere di giocattoli offrite? E che servizi?
“Offriamo tutte le tipologie di giocattolo dalla fine dell’Ottocento all’inizio degli anni Sessanta, a eccezione del modellismo poiché è rivolto prevalentemente agli adulti. Quindi, offriamo dai giochi da tavolo alle costruzioni, ai giocattoli meccanici di ogni tipo, prevalentemente europei, alle bambole dalle più antiche in cartapesta, legno e poi le raffinate in porcellana fino alle plastiche, dalla celluloide al vinile.

Forniamo perizie e valutazioni per eredità, consulenze per case d’asta, e frequentemente noleggiamo i nostri giochi per la pubblicità e altri media.

A tutto ciò si aggiunge il restauro di bambole d’epoca curato direttamente da mia moglie Elfride che realizza con grande professionalità acquisita con studi e collaborazioni in Svizzera fin da giovane età”.

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Qual è il bacino di clienti al quale vi riferite?
“Nel tempo si è modificato. Abbiamo iniziato lavorando prevalentemente coi collezionisti, acquistando, vendendo e restaurando i pezzi delle loro raccolte, ma il fascino di questi oggetti è contagioso e sempre più frequentemente è l’acquisto occasionale come regalo per persone particolari e raffinate a prevalere.

Ma il nostro target è molto vario: dal cliente che paga a rate a fine mese al benestante ricercatore sofisticato, al dono esclusivo, come le due recenti bambole regalate alla Regina di Spagna in visita all’Expo e scelte sul nostro sito”.

Quali sono i piani per il futuro?
“Avendo superato i settant’anni, mi piacerebbe ridurre l’attività e convincere mio figlio a prendere il testimone. Come progetto, vorrei realizzare un museo dei giocattoli in legno: è una cosa che sto tentando di fare da tempo cercando un’amministrazione pubblica o privati disposti ad adottare la mia importante collezione e valorizzarla ricavandone un buon ritorno d’immagine e, con un adeguato progetto, anche economico”.

Che consiglio dareste ai giovani appassionati di giocattoli d’epoca e restauro che vogliono intraprendere una carriera nel settore?
“Direi che la passione può non bastare perché se è sull’onda di una moda passeggera puramente estetica ed emotiva non ha futuro. Bisogna sapere che il gioco è una cosa molto seria e il giocattolo, come la bambola, sono manufatti che hanno una lunga storia che va approfondita visitando musei e studiando su pubblicazioni specializzate. Poi, serve molta esperienza per capirne le caratteristiche tecniche delle varie produzioni.

Occorre partire da una prima collezione circoscritta monotematica allargandola progressivamente in modo tale da acquisire sempre maggiore conoscenza. Ma serve tempo e costanza.

Non è un caso che non ci risultano attività ufficiali in Italia che trattano giocattoli e bambole d’epoca con restauro come la nostra”.

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