Mancano ormai poche ore alla notte del 31 ottobre, il momento tanto atteso da milioni di bambini di tutto il mondo, in cui prenderà il via l’edizione 2015 della festività di Halloween. Orde di ragazzini in maschera sono pronte a riversarsi per le strade della propria città, con l’obiettivo di bussare alle porte dei propri vicini in cerca di caramelle o scherzi da realizzare. Una festa di origine anglosassone che con gli anni ha saputo conquistare tutto il mondo.
In Gran Bretagna, per esempio, la tradizionale festa in maschera si è a lungo contesa la sua popolarità con il Guy Fawkes Day del 5 Novembre, giorno in cui, per tradizione, si accendono falò e si sparano fuochi d’artificio per ricordare il complotto cattolico sventato all’inizio del XVII secolo ai danni della Camera dei Lord. Ma nel dettaglio, cos’è Halloween?
La sua origine risale all’antica festività celtica di Samhain, in cui la gente era solita vestirsi come spiriti maligni per accogliere l’inizio dell’inverno. Intorno all’VIII secolo, però, la festività ha ottenuto un’accezione cattolica. Il suo nome divenne quello di Hallows (Santo) Day, ovvero il giorno in cui i cristiani erano chiamati a ricordare i parenti morti e i santi protettori. Hallows Day era solito iniziare la notte precedente, con una veglia. Un rito che portò presto alla trasformazione del nome da Hallows Day a Hallow Evening (E’en, in forma contratta). Nel corso della serata, i poveri e i mendicanti erano soliti cantare e chiedere l’elemosina porta a porta. Un fenomeno chiamato “souling”, che ha ispirato senza dubbio il “Dolcetto o Scherzetto” moderno.
Una festività cattolica popolare che, nel corso del tempo ha vissuto di alti e bassi. Durante la Riforma, identificata come Mischief Night, era un’occasione virtuosa e maliziosa per fare baldoria prima dell’inverno, salvo poi subire un tracollo popolare non indifferente. Almeno fino alla metà del XX secolo, quando i membri della Commissione Giustizia del Senato americano tentarono invano di salvare la festività e i suoi tratti tradizionali, cercando di riportarla in vita sotto il nome di National Youth Onore Day. Il tentativo però non ebbe l’effetto sperato.
La sua natura popolare, nel secondo dopoguerra, ha però conosciuto la commercializzazione che la contraddistingue tutt’oggi, grazie anche alla somiglianza con altre feste europee, latinoamericane e orientali (come il Teng Chieh).
Ed ecco dunque l’ennesimo atto della festa consumista americana per eccellenza, che solo nel 2015 frutterà un giro di affari pari a 7 miliardi di dollari, grazie alla commercializzazione di film horror, feste a tema e travestimenti.