C’è chi la conosce come la Coca Coca dell’oro nero, chi come il fiore all’occhiello dell’Arabia Saudita: stiamo parlando di Saudi Aramco, la più potente compagnia petrolifera al mondo, tanto grande da produrre circa 10 milioni di barili al giorno, più dell’intero output degli Stati Uniti. In pratica, un barile su otto di tutti quelli prodotti nel mondo porta sopra attaccato il marchio blu e verde della società.
Il principe Muhammad bin Salman, giovane 31enne successore al trono nonchè ministro della Difesa saudita, ha deciso lo scorso anno di lanciare un ambizioso piano economico per Saudi Aramco, con l’obiettivo di rendere Riyad indipendente dal petrolio entro il 2030, lanciando un guanto di sfida agli altri produttori mondiali, Russia, United States e Iran i primi tre.
Forse il punto più importante e allo stesso tempo delicato dell’intera manovra prevista da bin Salman è la quotazione dell’azienda di famiglia in borsa. Nel 2016, anche se la cifra esatta dell’IPO di Saudi Aramco non era ancora stata rivelata, molti prevedevano che sarebbe stata la più grande offerta pubblica iniziale di sempre.
Dopo aver annunciato l’ultima settimana di febbraio che sarà Moelis & Co, una piccola banca d’investimento newyorkese, sconosciuta ai più e con meno di dieci anni di storia, a occuparsi della quotazione della compagnia petrolifera nazionale, a fine aprile il Governo saudita ha rivelato la cifra con cui probabilmente Saudi Aramco approderà in Borsa: 1.500 miliardi di dollari, l’IPO più alto di sempre come gli esperti del settore avevano previsto. E pensare che si parla di una quotazione pari solo al 5% dell’intera società.
Basta osservare velocemente il mercato per capire quanto l’operazione, prevista per i prossimi mesi, andrà a influenzare l’economia globale. Con una somma che surclassa le quotazioni di Amazon e Netflix messe insieme, la gigantesca offerta pubblica iniziale di Saudi Aramco supererebbe ben quattro volte l’IPO record da 230 miliardi di dollari di Alibaba, compagnia cinese leader dell’e-commerce.
Le possibili piazze per il listing? Si parla di Londra, Hong Kong, New York e Riyad, ovviamente. Dal momento che la Borsa saudita ha oggi una capitalizzazione che si aggira solo intorno ai 400 miliari di dollari, probabilmente i dirigenti dell’azienda petrolifera opteranno per una doppia, o anche tripla, quotazione.
L’arrivo in Borsa di Saudi Aramco costituirà di certo un boccone ghiotto per qualsiasi banca. Gli azionisti non vedono l’ora di assistere a uno dei più grandi eventi mai avvenuti se si parla di mercato mondiale. E, a dirla tutta, nemmeno noi.