Secoli di Cultura Messi da Parte per Non Urtare la Sensibilità Altrui

Non c’è da meravigliarsi se, nell’epoca in cui ci sentiamo tutti parte integrante di un villaggio globale, le tradizioni di ogni singolo Stato -ereditate dai nostri avi che probabilmente ce ne staranno dicendo di tutti i colori!- vengano messe da parte a favore della famosa “apertura“, a mio avviso indispensabile, verso chiunque preghi un altro Dio o parli un’altra lingua.

L’ultimo avvenimento che ha riaperto il dibattito tra tradizionalisti e innovatori risale a poco fa: per “rispetto della cultura e della sensibilità” degli islamici, appena arrivato in visita in Italia il Presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, i funzionari dei Musei Capitolini si sono affrettati a coprire con dei pannelli di compensato le statue nude, nascondendo secoli di arte e di cultura. Proprio quei secoli che dovrebbero essere la peculiarità del Bel Paese.

Statue capitoline

Altra vicenda che ha fomentato diverse polemiche è quella denunciata da L’Espresso: nel primo numero dell’anno, il settimanale si era occupato di un’inchiesta in cui venivano confrontate le donne islamiche con le figure femminili a cui siamo abituati. Così il fotografo Maki Galimberti ha inserito in copertina un’immagine in cui affiancava, come fosse un ossimoro, una donna islamica con il velo da cui si scorgono un paio di fari celesti, e il nudo di Botticelli in cui è visibile un capezzolo. Dagli uffici di Facebook, appena si sono resi conto della divulgazione della copertina, hanno deciso di censurare L’Espresso.

Espresso

Difronte a questa realtà, sembra più attuale che mai la considerazione che Peter Ludlow, semiologo americano, espresse nel 2010: “I mondi virtuali sono meno democratici delle nostre società reali e i gestori li amministrano come dittatori. […] Finiremo sotto il pugno di despota ogni volta che andremo su Internet”.