Starbucks si è già assicurato la corona del miglior retailer di caffè, ma a quanto pare ha ambizioni ben più grandi. Il suo prossimo obiettivo è surclassare McDonald’s per essere eletto la migliore catena di ristorazione del mondo.
Il colosso di Seattle ha iniziato una politica espansiva, sia dei negozi sia delle vendite: rispettivamente sono incrementati dell’8% e del 5%. Grazie a questi sviluppi, la crescita del fatturato potrebbe favorire un aumento del ritorno per gli azionisti del 12% per azione.
Il segreto del successo di Sturbucks è la pazienza: la sua espansione nelle vie di tutto il mondo si diluisce in 28 anni fiscali. Perciò è piuttosto difficile che McDonald’s abdichi nel 2017, ma non c’è fretta. Al momento, il gigante dei fast food ha una quota di mercato pari a 98,7 miliardi di dollari contro gli 80 miliardi di dollari di Starbucks.
La strada per il successo è lastricata di crescite annuali costanti dell’8% entro il 2021: a quel punto non ci saranno dubbi, Starbucks dominerà il mercato.
La qualità dei suoi prodotti è indiscussa, insuperabile da qualsiasi tentativo di rinnovare il McCafe. I veri intenditori del caffè, che a ogni sorso hanno il sorriso di George Clooney nella pubblicità Nespresso, sono clienti irremovibili di Starbucks. Persino i ribassi del prezzo o il “Caffedì”, durante la quale il caffè è gratis presso i punti vendita McDonald’s, sono vani nella battaglia contro il re del frappuccino.

Come si può vedere nel grafico, l’espansione dell’impero di Starbucks è costante fino al 2007, quando subisce una battuta di arresto a causa della crisi. La ripresa è istantanea: dal 2009 ha ingranato la quinta, il fatturato è aumentato fino a superare i 20 miliardi nel 2015.
D’altro canto, la base di clienti affezionati dal 1955 per McDonald’s è un vantaggio insufficiente per riprendersi dalla crisi, soprattutto in seguito alle polemiche scatenatesi per la qualità dei prodotti, tra cui il pollo allevato con antibiotici.
I vari assestamenti della gamma di prodotti e materie prime hanno rallentato notevolmente il gigante del McChicken, fino a causare una decrescita tra il 2013 e il 2015.
Gli ultimi anni fanno ben sperare per Starbucks, ma c’è ancora tanto lavoro da fare. Staremo a vedere cosa riserverà il futuro a questa battaglia all’ultimo cliente.