Mark Zuckerberg e Pavel Durov sono nati entrambi nel 1984 e hanno studiato rispettivamente nelle migliori università del loro paese : Harvard e Università Statale di San Pietroburgo. Precisiamo che Mark Zuckerberg insieme al suo ex compagno di stanza Dustin Moskovitz, hanno lasciato Harvard a pochi mesi dal diploma per dedicarsi alla creazione di un social netwok. Pavel invece prenderà la laurea in Filologia.
Del ragazzo della Silicon Valley abbiamo notizie quasi tutti i giorni, invece conosciamo poco il russo Durov. Proviamo a raccontarlo, anche se non sarà facile ricostruire la sua personalità visto che conduce una esistenza all’insegna della riservatezza: viene da una famiglia di intellettuali, il padre ha insegnato per un periodo filologia in Italia, a Torino, occasione per lui di trascorrere una fase importante della sua infanzia e per “respirare” la nostra cultura. Pavel, appena arrivato all’università, all’età di 19 anni ha la stessa idea di creare un network per studenti come Zunckerberg, dall’altra parte del mondo. Il ragazzo americano la chiamerà FACEBOOK. La versione del russo prenderà il nome di VKONTAKTE, che significa “in contatto”.
Contesti e motivazioni totalmente diverse, tuttavia l’obbiettivo era il medesimo : creare una rete di contatti e relazioni dove i contenuti non sono creati dagli amministratori ma dagli utenti stessi. Durov è uno studente modello con due aspetti caratteriali ben definiti, che influenzeranno il suo futuro: voglia di sfidare le autorità e difficoltà relazionali. Non stupisce quindi di vederlo sempre vestito di nero, capelli corti, pallido e con una costante volontà di sfida sia verso establishment (in particolare leggi Putin) sia in competizione con il network americano Facebook. Le sue scelte lo porteranno ad essere un “nomade digitale”, si sposta continuamente dalla Finlandia, Barcellona, Berlino e chi sa quale altri luoghi, ma sicuramente non in Russia, dove è diventato una specie di nemico pubblico, situazione completamente differente rispetto alla tranquilla vita famigliare nella sua villa a Palo Alto di Zunckerbeg.
Ciò che li rende in parte simili è la ricchezza, pur con proporzioni diverse, infatti nel 2013, a seguito di alcuni contrasti con i servizi segreti russi che gli impongono la chiusura di alcuni profili del social network VKONTAKTE, Durov risponde con un secco rifiuto (HET, si legge net) e poi, in seguito alle pressioni, decide di vendere la sua “creatura” all’oligarca Usmanov, incassando 260 milioni di dollari. A 29 anni possono bastare una tale cifra per affrontare il resto della vita con tranquillità, ma questo non è il desiderio di questo ragazzo e allora si ricomincia con un nuovo progetto investendo l’intero “gruzzolo” per “fare la cosa che sembrava più giusta” : TELEGRAM.
L’obbiettivo è sempre lo stesso, combattere per la libertà nel mondo digitale, e insieme al fratello, a Dubai, dà inizio a un servizio di chat dotato di un sistema criptografico che permette solo al mittente e al destinatario di vedere i messaggi, in maniera che nessun governo o servizio segreto del mondo possa decifrarlo. Nel 2014 nel frattempo Zunckerberg prende anche lui una decisone importante sborsando la cifra di 16 miliardi di dollari per acquistare WhatApp e assicurarsi una community di un miliardo di utenti mese.
L’obbiettivo dell’americano sicuramente è meno ideale ma semplice e intuitivo: quando hai una community, puoi vedere a loro ciò che vuoi. Se questa è la “fissazione” di Mark non poteva passare inosservato anche la community di Telegram, con 200 milioni di utenti mese, e infatti nel 2017 arriva la sua offerta al russo, mettendo sul piatto una cifra miliardaria (quasi 5) in dollari. Il salto dai milioni ai miliardi di dollari non scompone la determinazione del giovane russo di “modesta prestanza fisica e dall’aspetto insignificante, che compensa la scarsa avvenenza e le frustrazioni che ne derivano con una passione ossessiva e una notevole inclinazione per le nuove tecnologie”(nerd), quindi la risposta è il secondo HET(net). Si dice che è più difficile dire dei “no”, in questo caso, è facile capire la difficoltà negli zero. Le motivazioni sono state ancora più lapidarie: “WhatApp fa schifo, troppi limiti, difficoltà d’uso, poche garanzie di anonimato, troppo facile da hackerare”.
Per ora tutto da rifare, ma nel frattempo la rivista americana Forbes ha inserito Pavel Durov nella lista di persone con un patrimonio di circa 2 miliardi di dollari con il suo Telegram. Per questo ragazzo i soldi non fanno la felicità, la libertà di opinione nel “nuovo mondo digitale” non ha prezzo, almeno per ora. La community di Telegram è in tutto il mondo e solamente circa 8% sono utenti russi, tuttavia anche la Cina e Iran hanno bloccato il social network. Lo spirito libertario di Pavel non ha intenzione di fermarsi qui, e infatti sta già pensando al prossimo progetto: la nascita di una criptovaluta dal nome GRAM, legata al social network . La ICO (Initial Coin Offering) ha già raccolto 1,7 miliardi di dollari.
Lo “spirito del tempo” cambia: entrambi avevano 7 e 5 anni quando la Storia (quella maiuscola) ha decretato la fine dei due schieramenti di Occidente e Oriente con la fine della “guerra fredda”(1947- 1991) e il crollo del muro di Berlino (1961-1989), la contrapposizione delle culture, forse per i prossimi anni, si combatte con visioni differenti su come creare un social network, le categorie di riferimento si rinnovano.