L’e-commerce in Italia non ha ancora sfondato del tutto. Artigiani e piccole-medie imprese sono spesso diffidenti di questo nuovo mercato digitale. Vuoi per la scarsa conoscenza del mezzo, vuoi perché non sanno se il gioco vale la candela. In loro aiuto sono nate diverse piattaforme che possono fare da intermediari ed introdurre artigiani e piccole aziende in questo nuovo mondo. Tra queste spicca Ulaola, startup italiana, partecipata dall’incubatore certificato Digital Magics. Si tratta del primo marketplace che aggrega prodotti Made in Italy, selezionati attraverso l’accordo con Confartigianato.
L’obiettivo concreto che si cela dietro l’accordo è superare lo spread di piccole imprese italiane che vendono online, fermo oggi all’8% a fronte della media europea del 20%. “Sempre di più i mercati di riferimento per le eccellenze italiane si sposteranno verso l’estero e sempre di più la loro presenza digitale sarà necessaria per raggiungere i nuovi consumatori che oggi utilizzano Internet per comprare prodotti e servizi” ci spiega Layla Pavone, CEO di Ulaola.
“L’accordo prevede la possibilità di utilizzo di Ulaola da parte di tutte le imprese associate a Confartigianato, che hanno a disposizione una piattaforma sviluppata per raccontare il bello e ben fatto artigianale italiano. Il marketplace dell’artigianato raccoglie le eccellenze italiane nel settore del design, del fashion, dei gioielli e degli accessori, una piattaforma tecnologica speciale, dotata di strumenti di marketing innovativi per internazionalizzare le vendite degli artigiani e del Made in Italy all’estero. L’accordo con Dawanda siglato ad aprile 2015 e quello siglato circa un mese fa con Amazon (che all’inizio di ottobre ha aperto un canale interamente dedicato ai prodotti 100% Made In Italy di alta gamma) consentono ai “merchant” di Ulaola di fruire di una visibilità a livello internazionale, tesa a costruire la loro “awareness” fuori dai confini nazionali oltre alla possibilità di vendere i loro prodotti ad un audience globale di milioni di potenziali clienti”.
Una recente ricerca condotta da Ebay ha evidenziato come le aziende italiane siano ancora molto diffidenti verso la vendita online. Quali sono secondo voi i motivi di questa avversione? E’ possibile cambiare il trend?
Il cambiamento deve essere anzitutto culturale. Il “digital divide” è comunque ancora oggi un dato di fatto visto che è online solamente la meta’ degli italiani e dunque la penetrazione della banda larga è un altro passaggio cruciale affinchè la curva di adozione possa crescere rapidamente. Si tratta quindi di fare ancora uno sforzo di “evangelizzazione” per poter superare quelle barriere, molto spesso semplicemente di natura psicologica, legate alla resistenza al cambiamento. Per fare ciò è necessario fare sistema, unendo le forze per far si che tutte le imprese diventino sempre più consapevoli delle enormi opportunità che offre il digitale. Ecco che il nostro accordo con Confartigianato si pone proprio in quest’ottica: lavorare insieme per accelerare il processo di digitalizzazione delle imprese artigianali italiane che rappresentano il tessuto connettivo del nostro Paese.
Ci parlate nel dettaglio del vostro accordo con la vetrina Made in Italy di Amazon? Cosa vi aspettate da questa partership?
Come dicevo poc’anzi la partnership si basa di un rapporto di reciprocità in termini di benefici. Da un lato Amazon non riuscirebbe da sola ad arrivare a contattare migliaia di piccole e media imprese artigiane, non sono organizzati per poter gestire un rapporto “one to one” con gli artigiani. Dall’altro Ulaola ed i suoi merchant possono beneficiare di una delle più importanti vetrine internazionali in termini di e-commerce e di audience potenziale. Le nostre reciproche aspettative sono quelle di fornire ai clienti potenziali di Amazon le eccellenze italiane, laddove Confartigianato ne garantisce l’autenticità.
Anche Ebay offre una vetrina simile. Pensate di raggiungere un accordo anche loro come fatto da Confcommercio?
Ulaola è aperto ad ogni proposta che possa far crescere il nostro marketplace velocemente, detto questo il nostro obiettivo è quello di lavorare con Confartigianato perchè se solo riuscissimo a portare online, nell’arco di 12 mesi, l’1% degli artigiani -e stiamo parlando di circa 8000 imprese- avremmo ottenuto un ottimo risultato. Oggi siamo concentrati proprio nel portare online le eccellenze di Confartigianato con un’offerta semplice, chiavi in mano, che non prevede grandi investimenti da parte degli artigiani e soprattutto non implica la necessità di essere “super competenti” perchè ci facciamo carico noi di creare il negozio, fatto di belle immagini, bei video e di storie affascinanti che raccontato la storia dei prodotti in vetrina e di chi li ha creati.
Come giudicate l’Agenda digitale del governo? Va nella direzione giusta?
Credo che il nostro Governo stia dedicando molta attenzione al digitale come driver di crescita del PIL italiano. Il Premier Renzi conosce molto bene il digitale e ne sfrutta tutto il potenziale in termini di comunicazione e, oltre a crederci personalmente, si avvale della competenza di esperti di digital, come il Consigliere per l’Innovazione Paolo Barberis, un pioniere della rete, e di tutto lo staff dell’AGID Agenzia per l’Italia Digitale. Questo secondo me è un ottimo biglietto da visita e mi fa sperare che l’Italia possa presto recuperare quel gap che ancora la separa da molti Paesi avanzati, nei quali il digitale ha una penetrazione pressochè totale ed il PIL relativo tocca punte del 10%, considerando che la media OCSE è pari al 5,5% e l’Italia è al 2,5%. Già 5 anni fa la Banca Mondiale evidenziava come ogni aumento di 10 punti percentuali relativamente alla penetrazione della banda ne favorisca la crescita economica di 1,38 punti percentuali.
Il Gruppo cinese IFF ha proposto alle aziende della moda Made in Italy un’interessante partnership finalizzata all’export in Cina dove il Made in Italy è molto ricercato. Pensate in futuro di sbarcare anche sul mercato cinese?
Perchè no? Siamo pronti a tutto!