Imbecilli 2.0. Parola di Eco

Non più di un paio di settimane fa, Umberto Eco ha dichiarato «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.» Parole piuttosto forti.

Che Eco fosse un luminare nel suo campo non c’erano mai stati dubbi, ma che fosse addirittura un profeta nessuno poteva immaginarlo. Se bazzicate il web anche solo di sfuggita, non potete aver perso la polemica nata in seguito al ritorno di Samantha Cristoforetti dallo spazio e alimentata da Selvaggia Lucarelli, la quale ha sentito il bisogno di condividere con il mondo il suo pensiero al riguardo.

lucarelli

Secondo il tradizionale “buon senso”, nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di definire qualcuno imbecille ma, come l’educazione suggerisce, non bisognerebbe neppure sminuire un’impresa come quella della Cristoforetti che – dati alla mano – è stata la prima donna italiana ad andare nello Spazio e l’astronauta europeo con il record di giorni di permanenza in orbita. Il nostro Paese sembra governato da un sentimento che va al di là del complottismo, tanto diffuso su internet: l’invidia. L’anonimato, o molto spesso la presenza di un semplice schermo, sembra abbia autorizzato chiunque a esprimere un parere che, magari, non avrebbe mai avuto il coraggio di pronunciare. «La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità» afferma sempre il filosofo.

enzo boschi

Selvaggia Lucarelli si è subito difesa, affermando in radio «Invidia di che? Della Cristoforetti?… Se mi dite di Belen ok. Ma della Cristoforetti?» il che lascia bene intendere il metro di paragone. Ovviamente, l’intervento di Eco ha spaccato nettamente l’opinione, tra chi difende a spada tratta la costituzionale libertà di parola e la possibilità di avere come interlocutori “imbecilli” e chi invece sostiene le teorie del filosofo, come la sua ormai ex allieva Giovanna Cosenza, oggi docente all’Università di Bologna.

Certo è che le considerazioni di Umberto Eco vanno considerate in relazione al contesto in cui sono state pronunciate e la visione integrale del suo discorso potrebbe aiutare a comprendere appieno cosa intendeva. Ma è anche vero che sono parole che, inevitabilmente, spingono a una riflessione più ampia sul popolo del web. Siamo tutti diventati gli scemi del Villaggio Globale?