“Viaggio nella nuova imprenditoria”, 26 Startup si Raccontano in un Libro

In Italia le Startup sono ormai migliaia. Difficile catalogarle tutte in un solo libro. Serve selezionarle con certosina attenzione. E’ quello che ha provato a fare Jessica Malfatto, giornalista e blogger, nel suo libro “Viaggio nella nuova imprenditoria” (edito da Historica Edizioni), un percorso itinerante nel mondo delle Startup e dell’innovazione in Italia. All’interno del libro 26 imprenditori  italiani si raccontano e permettono al lettore di conoscere anche il dietro le quinte della loro impresa. Noi di Smartweek abbiamo intervistato Jessica che ci ha parlato del suo lavoro

Prima di tutto una domanda, che magari può sembrare scontata ma serve a capire di cosa stiamo parlando. Che cos’è obiettivamente una Startup?

Il termine startup si riferisce alle prima fasi di vita di un’azienda, sia che si tratti di imprese con una forte componente tecnologica, sia che si parli di imprese più “tradizionali”. Anche un negozio di elettronica, appena avviato, viene inquadrato come una startup. Se facessimo un paragone con un romanzo, potremo chiamare questa fase “incipit” (con l’aggiunta di qualche capitolo): e come ogni “inizio” ci sono diversi elementi che possono essere presi in considerazione. Anche alcuni editor e redattori di case editrici dicono che si riesce a capire molto del romanzo e dello stile dell’autore (così come delle potenzialità della storia) da un incipit. Allo stesso modo, dalla fase che riguarda l’avvio di un’impresa, si possono trarre delle informazioni sul suo futuro e sulle sue potenzialità.

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Di cosa parli nel tuo libro?

Nel libro parlo di un viaggio attraverso 26 storie di imprenditori italiani, che operano in settori differenti (dal sociale al crowdfunding, dal campo medico a quello legato all’e-commerce): tra di loro ci sono imprenditori “seriali” e giovanissimi imprenditori alla loro prima esperienza alla guida di un’impresa. Credo che esempi concreti e storie positive di imprese italiane possano in qualche modo rappresentare una piccola fonte da cui attingere e da cui prendere esempio. E, perché no, anche da cui lasciarsi ispirare. In “Viaggio nella nuova imprenditoria” 26 imprenditori italiani si raccontano e permettono al lettore di conoscere anche il dietro le quinte della loro impresa. Tutto questo per far capire anche il percorso che ha condotto alla nascita di un’azienda, senza fermarsi alla superficie.

Che metodo hai utilizzato per selezionare le Startup presenti nel tuo libro? Quante sono? Ce le puoi elencare? 

Per selezionare le ventisei startup – trattandosi di un progetto editoriale il processo è stato seguito anche dall’editore, Francesco Giubilei – ci siamo basati principalmente su segnalazioni da parte di esperti del settore e sui risultati importanti raggiunti da alcune di queste imprese.

Save The Mom: un progetto che offre un servizio di supporto alla gestione della vita familiare

Waynaut (Youmove.me): progetto che permette alle persone di arrivare a una determinata destinazione, combinando i mezzi “tradizionali” come autobus, metro o taxi con quelli più “innovativi” come ridesharing o carsharing)

Atooma: un’applicazione che permette di personalizzare le funzioni del proprio cellulare

Recyproco: progetto che consente di vendere e acquistare oggetti ri-utilizzabili o ri-disegnati calcolando l’impatto ambientale e sociale degli scambi

OpenPicus: startup che produce moduli in grado di connettere oggetti a Internet

Jobyourlife: piattaforma che si propone come nuovo sistema di recruiting per le aziende basato sulla geolocalizzazione dei curriculum professionali

Buzzoole: piattaforma che ottimizza la presenza online degli utenti

Starteed: piattaforma italiana di crowdfunding

Piano C: luogo di coworking e cobaby a Milano, per mamme e per i loro bambini: è legato alla volontà di migliorare e portare un cambiamento nel modo di lavorare

Betalize: progetto che mette in contatto i beta tester con aziende e startup che stanno lanciando nuovi servizi e nuovi prodotti

Mosaicoon: agenzia di Palermo che opera nel campo del video advertising

Dropin: startup italiana della musica online collaborativa

Svinando: e-commerce specializzato nella vendita di vini online di qualità

Mangatar: startup specializzata in giochi social e mobile

Tonki (Wehangit): startup che produce cornici quadrate ed ecosostenibili. L’utente ha la possibilità di richiedere la stampa delle proprie foto incorniciate in un modo diverso e originale

Ulaola: permette di aprire un negozio virtuale e vendere i propri prodotti. Si focalizza sulle eccellenze italiane

Egomnia: startup che si propone di collegare il mondo dell’università con il mondo del lavoro

Smart-I: sistema per la gestione proattiva dell’illuminazione pubblica

Brain Control: Brain Control ha come obiettivo quello di consentire il controllo, mediante il pensiero, di tecnologie assistive. Si tratta di un dispositivo rivolto, ad esempio, a pazienti con patologie come Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Sclerosi Multipla

Plain Ink: progetto che ha lo scopo di diffondere l’alfabetizzazione, insegnare norme per migliorare le condizioni di vita e favorire lo sviluppo locale

Secondo te che caratteristiche deve avere una Startup per sfondare nel mercato italiano?

Dirò una cosa che può essere banale, ma penso sia utile ricordarlo: un’azienda, per funzionare, deve offrire qualcosa di utile. Che sia un prodotto o un servizio, non importa. Deve rispondere a un’esigenza e, soprattutto inizialmente, deve prestare molta attenzione alla “distribuzione”, perché arrivare a più persone, potenzialmente interessate, è la chiave giusta. Si può creare qualcosa di utile, per un determinato target, ma se a quel target il mio prodotto o servizio non arriva, allora sarà come non averlo creato.

Sono in molti nel mondo delle Startup a lamentarsi della mancanza di investimenti, tanto che alcuni rivolgono le loro attenzioni agli investitori esteri. E’ vero secondo te la vulgata, ormai diffusa, che in Italia non si investa nell’imprenditoria giovanile come si fa invece da decenni Oltre Oceano?

Indubbiamente l’entità degli investimenti in Italia è di molto inferiore rispetto a quella degli investimenti che vengono effettuati, ad esempio, negli Stati Uniti (anche i numeri a livello di potenziali utenti sono molto diversi). Questo è un dato di fatto e vedere un cambiamento di rotta penso sia un’utopia. Parlando ultimamente con alcune persone che operano nel campo degli investimenti in Italia, però, ho avuto modo di notare la necessità di focalizzarsi su realtà anche altamente tecnologiche, ma non fini a se stesse. Ovvero, credo che in futuro ci sarà sempre di più la tendenza a investire su realtà che possono essere definite innovative, ma che cercano di creare delle tecnologie utili per medie e grandi imprese “tradizionali”.

Che consigli daresti ad un giovane che vuole fondare una Startup?

Credo che un giovane alle prese con un’idea imprenditoriale debba focalizzarsi su alcuni punti:

– rispondere a una necessità.
– concentrarsi su come rendere l’impresa economicamente sostenibile nel più breve tempo possibili.
– concentrarsi sulla generazione di valore (anche nuovi posti di lavoro, nuove opportunità di business).
– concentrarsi sulla costruzione di un’impresa solida, capace di camminare “con le proprie gambe”.

 

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