Tante volte abbiamo raccontato la storia, i traguardi e gli sviluppi di Amazon. Questa volta le notizie dagli Stati Uniti riguardano però il concorrente: stiamo parlando di Walmart, una azienda con 500 miliardi di dollari di fatturato e con un valore a Wall Street di oltre 260 miliardi, la quale ha mostrato l’interesse ad acquisire la società Humana, realtà attiva nel settore medicare, farmaceutico e assicurativo.
Come mai il colosso distributivo tradizionale vuole entrare nel settore sanitario? La risposta possiamo trovarla in due motivazioni principali, e quindi andiamo per ordine.
- Walmart subisce oramai da anni la concorrenza nel settore della distribuzione (retail) da parte del colosso on-line Amazon, quest’ultimo ha raggiunto una capitalizzazione quasi tripla (700 miliardi di dollari, fatturato di 178 miliardi) rispetto a Walmart. E’ il caso di cominciare a reagire, visto anche le recenti acquisizioni messe a segno da parte di Besoz (Amazon) con Whole Foods, operazione da 14 miliardi di dollari. La sfida è globale, meglio a tutto campo, per non soccombere nella capacità distributiva quindi si guarda a qualsiasi settore che presenti prospettive di crescita.
- La seconda più importante motivazione viene da una recente notizia, che anche SW aveva messo in evidenza, meglio ricordarla: Warren Buffet insieme a Jeff Bezos (Amazon) e Jamie Dimon (J.P. Morgan) daranno vita ad una nuova società che fornirà ai cittadini americani assistenza sanitaria. Quando tre esperti investitori si mettono insieme e rivolgono i loro interessi verso il settore sanitario, vuol dire che “c’è trippa per gatti”. Non si sbagliano, la durata della vita si allunga e questa è una buona notizia, tuttavia mantenere una buona qualità della vecchiaia è un problema, allora presto fatto, dove c’è un problema c’è una opportunità di business. Già i dati attuali sono importanti tanto è vero che il settore sanitario americano contribuisce al 18% della formazione del Prodotto Interno Lordo.
Humana sviluppa un fatturato di 55 miliardi di dollari ed ha un valore di borsa di 37 miliardi di dollari. La società vende i propri prodotti e servizi sia tramite alle farmacie, è già presente in alcune cliniche di assistenza primaria e negli ultimi giorni ha annunciato che collaborerà con un’importante azienda di laboratori per iniziare a offrire un servizio di esami in alcuni negozi. Recentemente un dirigente di Walmart aveva affermato che:
Ora dal “big deal” americano, atterriamo al nostro mercato italiano per qualche breve considerazione. La recente normativa dice che la titolarità della farmacia potrà essere assegnata anche a società di capitali, dunque una compagine sociale priva di farmacisti, e potranno essere create catene di farmacie con un tetto massimo del 15%, su base regionale, per il controllo, diretto o indiretto, da parte delle società di capitali. Rimane invece invariato il quadro relativo al numero delle farmacie, le piante organiche e la distanza tra esercizi. La rete distributiva italiana del farmaco e prodotti della salute in Italia è capillare con una presenza di 18.200 farmacie. Ci sono tutte le condizioni per un futuro di ristrutturazione del settore. Assisteremo a qualche acquisizione ad esempio da parte di rete di laboratori verso il settore italiano distributivo della salute appena qualche operatore si accorgerà che Amazon sta pensando alla prossima mossa nello scacchiere!