Spesso per capire quale lavoro fare da grandi è utile pensare al gioco preferito di quando si era bambini. Giocare al medico, aviatore o pompiere, può essere molto più di una costruzione della fantasia. Per anni la Mattel ha proposto un modello vincente sbagliato, costruito sul concetto della falsa felicità, della vita frivola e del silicone. Il magico mondo di Barbie, ha mostrato un’immagine di donna spesso al centro di polemiche. Effettivamente, le uniche aspettative della bella bambolina erano collezionare scarpe e viaggiare in camper con Ken. Al dì là delle polemiche e libere interpretazioni, l’idea di due studentesse d’ingegneria, appena ventenni, è sicuramente un’alternativa al magico mondo.
Janna Eaves e Suprya Hobbs incontrandosi tra i banchi della University of Illinoys, notarono come il numero di femmine presenti al corso fosse in netta minoranza rispetto a quello maschile. Da questa semplice osservazione nacque l’idea di creare una linea di bambole che possa ispirare le bambine a sognare in grande, anche solo giocando.
Mettendo in discussione il modello di donna impossibile proposta dalla Mattel, le due studentesse, hanno creato la linea “Signorina Possibile” . Un gioco in grado di unire la bambola tradizionale, all’intelligenza delle personalità femminili più rilevanti del nostro tempo. La prima bambola incarnerà Marie Curie, premio Nobel per la Fisica e Chimica. La seconda, in linea di produzione, sarà la bambola Bessie Coleman, la prima donna aviatore afro-americana. La terza bambola sarà Ada Lovelace, conosciuta come la prima donna programmatrice di computer al mondo.
Per rendere davvero interattivo il gioco, le compagne di corso, hanno ideato delle App che approfondiscono la vita delle tre donne straordinarie. Scelta la bambola preferita da impersonare, le bambine potranno sperimentare virtualmente reazioni chimiche ed esperimenti. Janna Eaves e Suprya Hobbs sperano che il modello di gioco da loro proposto, possa influire positivamente nelle future aspettative di vita delle bambine. Dopo ricerche accurate, le studentesse, hanno finalmente trovato una fabbrica in Cina disposta a produrre le loro bambole.
La frase detta dalla maggior parte dei bambini nei momenti di gioco è “Facciamo finta di…”. Meglio fingersi chimiche o programmatrici (imparando realmente qualcosa), che giocare fingendo d’essere perennemente ad un cocktail party.