Blockchain: Creare un’Identità Digitale Degli Alimenti

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Inquadrando il QrCode stampato su un’etichetta sarà possibile conoscere tutta la vita del prodotto che stiamo per acquistare, risalendo l’intera filiera fino allo scaffale.

La blockchain è un registro pubblico che sfrutta la tecnologia peer-to-peer e chiunque può prelevarlo dal web, diventando così un nodo della rete. Questo “libro contabile” attraverso la criptografia certifica e registra tutti i passaggi che un blocco percorre dall’origine senza il bisogno di un server centrale. Estrapolata dal più comune contesto finanziario può essere utilizzata in tutti gli ambiti in cui è necessaria una relazione tra più persone o gruppi.

Il sistema blockchain si basa su un database immutabile e accessibile a tutti. In questo modo si garantisce che le informazioni collegate a quell’alimento siano sicure e non contraffatte. Il consumatore potrà controllare tutte le informazioni su quel prodotto prima di comprarlo, decidendo in maniera più consapevole.

Attualmente questo compito è svolto dall’etichetta con tutti i suoi limiti. La tecnologia blockchain permetterebbe ai consumatori di conoscere l’origine e seguire in tempo reale gli spostamenti e le lavorazioni subite dai prodotti che acquistano. Trattamenti OGM, lavorazione, scadenza, stoccaggio, saranno tutte informazioni reperibili grazie alle etichette intelligenti che dovrebbero arrivare sul mercato.

Le food company possono adoperare delle etichette digitali con un unico numero identificativo assegnato a ogni spedizione. Questo ID darà accesso a informazioni sul processo di origine del prodotto, le temperature di conservazione, le scadenze e altro ancora. A ogni livello della supply chain, i dipendenti possono semplicemente controllare il prodotto usando il suo ID, sarà possibile tracciare in sicurezza il suo percorso lungo determinati checkpoints.

L’adozione di un registro pubblico dovrebbe portare a standard di sicurezza alimentare più elevati e migliore conoscenza da parte del consumatore sulla filiera e sul cibo consumato.

L’adozione della tecnologia blockchain nel settore alimentare può servire inoltre ad aumentare la sicurezza degli alimenti che portiamo in tavola. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno sarebbero circa 420.000 le morti dovute al consumo di cibo contaminato.

L’identificazione del punto esatto dal quale si è originata la contaminazione può richiedere settimane. La blockchain, agendo come un registro pubblico, decentralizzato fornisce un’unica fonte di dati, creando una via di verifica tra le parti.

Usando questa tecnologia, le imprese alimentari possono rintracciare la fonte della contaminazione molto più in fretta. Questo dovrebbe aiutare a migliorare la sicurezza dei consumatori e limitare le perdite finanziarie, perché solo i prodotti direttamente coinvolti verrebbero richiamati. 

Walmart, uno dei retailers più grandi degli USA, è un pioniere nell’uso della blockchain a supporto della sicurezza alimentare. Il rivenditore ha iniziato un progetto con IBM nel 2016.

Con la blockchain possono estrapolare informazioni circa il tracking di un prodotto in meno di tre secondi, mentre tradizionalmente sarebbe stata necessaria una settimana.

L’evoluzione delle richieste del consumatore e la rinnovata attenzione alla provenienza dei prodotti che la GDO offre, impone agli operatori del settore un impegno sempre maggiore verso la trasparenza delle informazioni.  La tecnologia blockchain è uno strumento fondamentale in questa direzione, poiché rappresenta un patto di fiducia tra il distributore e il cliente finale, che potrà verificare direttamente e in tempo reale le informazioni legate alla filiera del prodotto.

Carrefour Italia è il primo esponente della GDO nel nostro paese ad applicare la tecnologia blockchain alla tracciabilità dei beni alimentari. Il progetto sarà pienamente operativo a partire da settembre in maniera trasparente e consultabile anche dal consumatore finale

Stéphane Coum, direttore Operation per Carrefour Italia, ha dichiarato: “La tracciabilità della filiera rappresenta un’ulteriore assunzione di responsabilità verso i nostri clienti e un nuovo passo verso la totale trasparenza”.

I clienti Carrefour potranno infatti accedere alle informazioni relative al prodotto acquistato attraverso un QR Code e consultare i dati mappati grazie ad una interfaccia proprietaria che garantisce l’immutabilità del dato registrato e restituisce lo storico delle informazioni del prodotto di filiera.

L’utilizzo della blockchain è parte di una strategia avviata prima in Francia e ora in Italia, che ha introdotto il nuovo marchio Carrefour “Filiere Qualità”, ed è uno degli strumenti su cui il gruppo sta investendo per raggiungere l’obiettivo di lungo periodo di diventare leader mondiale nella transizione alimentare.

 La blockchain può anche rappresentare un utile strumento per tutelare i prodotti made in Italy venduti all’estero e proteggere i consumatori dai prodotti contraffatti. Rientra in questo ambito, per esempio, la soluzione sviluppata da EY Italia che grazie a questa tecnologia consente di tracciare tutta la storia di una bottiglia di vino partendo dalla vigna.
Perché questa tecnologia sia davvero efficace è però necessario che tutti gli attori della filiera alimentare siano disposti a condividere tutta una serie di informazioni e a essere quindi più trasparenti.

L’adozione della blockchain comporta un passaggio culturale complesso: c’è bisogno infatti che tutte le aziende e i soggetti coinvolti decidano di fornire volontariamente informazioni attendibili e le uniscano così da realizzare quella sequenza di informazioni che poi arriverà al consumatore.

I primi a implementare la tecnologia blockchain nel settore alimentare saranno probabilmente le organizzazioni più grandi, che hanno una maggiore capacità di ricerca e sviluppo e beneficeranno inizialmente della maggiore efficienza. Si dovrà attendere ancora perché la blockchain venga adottata da venditori di piccole dimensioni.

La sua natura open source e il fatto che opera nativamente su internet fanno si che iniziative del genere non vengano ristrette a un’area locale, ma possono facilmente essere ampliate in un’ottica cross-border così da renderle globali anche quando i partecipanti sono piccoli operatori locali.

Le opportunità offerte dalla blockchain renderanno possibili molti nuovi modelli di business rispetto a quelli che possiamo attualmente immaginare e applicata al settore alimentare ha potenzialità enormi e ancora non del tutto esplorate.

 

Mattia Agrimano